Un altro double è servito: la Juve si conferma detentrice pure della Coppa Italia, e per la seconda volta consecutiva realizza uno storico double Serie A-Coppa. È l’undicesima vittoria nella Coppa Nazionale, arrivata al termine di una cavalcata straordinaria. Al Milan di Brocchi non basta l’orgoglio: serviva il trofeo per salvare una stagione già compromessa. Niente da fare.
La dittatura in bianconero, dunque, continua dopo 5 anni di trionfi italiani: il gol di Morata, entrato da appena due minuti e capace di piegare la resistenza coraggiosa di un Milan che aveva gettato il cuore oltre ogni ostacolo, ha confermato quanto espresso anche in questa stagione dalla Signora, vecchia solo nel blasone ma capace di abbattere ogni difficoltà e risorgere dalle ceneri di un inizio campionato pessimo (il peggiore da un secolo) a suon di vittorie, difesa imperforabile e gol giusti e validi.
Ci ha pensato il canterano di scuola Real Madrid, giunto forse ai saluti d’addio dopo due stagioni alla Juventus comunque molto positivissime: probabilmente Morata andrà via a giugno, allettato dalle sirene della Premier League; di sicuro però la zampata graffiata nella notte dell’Olimpico è stato il modo più dolce per salutare l’ambiente. O magari per ottenere maggiori garanzie sul futuro.
Nel mezzo, comunque, la Juve se l’è dovuta sudare. Per colpa (o merito, dipende ovviamente dai punti di vista) di un Milan volitivo, che ha provato a rimettere in piedi l’ennesima stagione nata storta, senza una guida tecnica sicura e con una dirigenza non più all’altezza per una squadra di questo prestigio.
I rossoneri, capitanati dall’arringante Montolivo e da un centrocampo finalmente tosto e compatto (ottima la partita di Poli), ci hanno provato. Brocchi, che si giocava la riconferma anche per l’anno prossimo, si è dannato l’anima – correndo anche lui chilometri dentro l’area tecnica – e ha ottenuto dai suoi almeno la giusta reazione.
Il Milan è finito colpito proprio alla prima sbavatura della partita, in cui non aveva per nulla fatto notare il gap tecnico fra sé e gli juventini. La squadra di Allegri però ha dimostrato la differenza proprio su un punto: il fatto di essere squadra. Basta un tiro in porta per vincere le partite e portarsi a casa i trofei, anche in mezzo a tutti i rischi.
Il tecnico livornese lo sa bene, e la sua Juve non si è smentita ancora una volta. Campionato & Coppa, di nuovo. Sullo sfondo la delusione cocente di Champions, il grande neo di una stagione che poteva essere davvero magica. La Signora tenterà l’assalto l’anno prossimo. Per ora si gode il secondo double consecutivo.