Real-Atletico presentazione finale di Champions
Foto Uefa

Champions, Real-Atletico: un derby anormale a San Siro per prendersi l’Europa

Seconda volta in tre anni: dal Da Luz di Lisbona a Milano-San Siro non è cambiato nulla. Real-Atletico è l’atto conclusivo della Champions 2015-16. I colchoneros hanno una voglia matta di vendicare la finale di due anni fa, che sancì l’agognata Decima per la Casa Blanca; Zidane sogna invece di migliorare tutto, sfruttando un CR7 da leggenda.

Sabato 28 maggio non ce ne sarà per nessuno: o sarà Real o sarà Atletico. Sul tetto di Madrid c’andrà una sola, e dà lì potrà contemplare tutta Europa sentendo gli altri fare strepiti al piano di sotto.

Per l’Atletico è la terza finale di Champions: nel 1973-74 con il Bayern Monaco andò male; il 24 maggio di due anni fa col Real è andata pure peggio, con la beffa servita proprio nel finale dalla capocciata dell’odiatissimo Sergio Ramos che poi spianò la strada al Real ancelottiano fino al 4-1 conclusivo.

Simeone ha dunque tutti i motivi per portare i suoi colchoneros dentro la storia esibendo il cartellino della vendetta personale contro i rivali cittadini.

Nella storia, dall’altra parte, c’è chi già c’è entrato. Il Real è alla sua 14esima finale di Coppa dei Campioni: tante sono state infatti dal 1955-56 a oggi. Una presenza fissa: una Coppa-Real.

Quello di Milano sarà il quarto incrocio tra le due squadre nella massima competizione europea. Detto del 4-1 madridista di due anni fa a Lisbona, gli altri due si disputarono nella semifinale della Coppa dei Campioni 1958/59: 2-1 Real all’andata, 1-0 Atletico, altro 2-1 merengue nel replay di qualche giorno dopo. In entrambe le occasioni segnò un certo Puskas, nella terza occasione pure Di Stefano: così per dire, s’intende…

Stavolta per limitare il discorso ai soli allenatori, si mettano sul piatto della bilancia Zinedine Zidane e Diego Simeone.

Zizou rischia seriamente di vincere la Champions al suo primo vero anno da allenatore: e sarebbe un successone, visti e considerati gli scetticismi dell’intera Spagna calciofila e le accuse di scarso bel gioco piovutegli un po’ da tutte le parti in questi mesi di dopo-Benitez.

El Cholo invece sa che certi treni passano solo una volta nella vita. La fortuna è già essere salito sopra a uno di essi due anni fa ed esserne scesi proprio quando si stava per arrivare in una stazione chiamata Trionfo. Sprecare una seconda volta la fortuna sarebbe dunque un peccato molto più che mortale: la Garra chiama, la Garra pretende ogni goccia di sudore in nome della Champions.

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