Chissà cosa deve aver pensato Steven Kruijswijk nel momento in cui, giù per l’insidiosa discesa del Colle dell’Agnello, Cima Coppi del Giro d’Italia 2016, finiva a terra a causa di una traiettoria errata, che mandava tra la neve i suoi sogni rosa e il suo morale, alle stelle fino a qualche minuto prima. Chissà cosa deve aver maledetto il corridore olandese, ad un passo dal cielo nell’edizione partita dalla sua terra e capitolato proprio negli istanti in cui già pregustava l’inaspettato ma meritato trionfo.
Basta poco per stravolgere tutto, basta un attimo di distrazione, di concitazione, per veder svanito quanto di buono si è costruito in tre settimane. Ne consegue, così, che è tutto da decidere: quattro corridori racchiusi in cento secondi alla vigilia di un tappone, la Guillestre-Sant’Anna di Vinadio, che promette scintille. È di Kruijswijk, suo malgrado, il merito di aver riaperto un discorso già chiuso; ed è di Vincenzo Nibali, che risponde coi fatti – come solo i campioni sanno fare – alle critiche di chi gli rimproverava di essere troppo umano e di soffrire in un Giro caratterizzato da tanta mediocrità.
Col de Vars, Col de la Bonnette, Colle della Lombarda e Sant’Anna di Vinadio: ancora quattro GPM e conosceremo il vincitore della 99^ edizione della Corsa Rosa. Cosa potrà accadere? Morale a terra per Steven Kruijswijk, che smarrisce l’ottimismo che l’ha caratterizzato fino a stamane e rivela: “In cima al Colle dell’Agnello ero al limite, volevo solo mangiare e bere qualcosa, seguendo gli altri. Ho fatto un errore stupido. Ho preso una traiettoria sbagliata e sono caduto in un muro di neve. La mia bicicletta era danneggiata e non sono riuscito a ripartire subito. Successivamente, tutto mi faceva male […] Il morale è sotto ai piedi. Oggi ho perso il Giro“.
Con un Alejandro Valverde che, dopo Corvara, dimostra nuovamente di sentirsi poco a suo agio lungo le ascese lunghe e ripide, la lotta sembra doversi ridurre a due, Esteban Chaves e Vincenzo Nibali. La Maglia Rosa ci crede: “È un giorno speciale per me […] Mi dispiace per Steven Kruijswijk, ma le cadute fanno parte del ciclismo, lui ha reagito da guerriero. È un sogno essere in Maglia Rosa. Se riuscirò a vincerla sarà grandissimo, se non ci dovessi riuscire avrò comunque fatto tutto il possibile”.
E Nibali cosa pensa? Dopo la sofferenza dei giorni scorsi, quando tutto sembrava perduto, mantenere il profilo basso è d’obbligo, ma con la consapevolezza di poter disporre di una formidabile squadra – esemplare, ancora una volta, l’apporto di Michele Scarponi – il sogno di un’altra rimonta, sulla stessa scia di quella compiuta all’ultima Vuelta a Espana con Fabio Aru, sembra alla portata: “Ho sempre saputo che qualcosa potesse accadere prima del finale di un Grande Giro – racconta il campione italiano – Avevo buone sensazioni sulle alte quote oggi […] Non è stato semplice reagire, ma dentro di me ho continuato a credere di poter fare qualcosa di grande prima della fine del Giro. Questa è di sicuro una bella vittoria, ma la mia preferita rimane quella del Lombardia”.
Tra poche ore i verdetti ufficiali. Per conoscere nel dettaglio le difficoltà della 20^ tappa e le classifiche aggiornate, clicca qui.