Sarà che l’attenzione massima in questi giorni era per la finale di Champions League, vinta poi da quel Real che lui in due anni non è mai riuscito a portare in finale. Eppure, vuoi o non vuoi, alla fine si parla sempre di lui: di José Mourinho. Lo Special One si è accasato al Manchester United: obiettivo, riportare i Red Devils al posto che compete loro. Il portoghese poi deve riscattare se stesso: Old Trafford sembra il posto giusto dove farlo.
La notizia è stata diffusa nei giorni scorsi dal club inglese sul proprio sito. L’allenatore portoghese più chiacchierato del mondo ha firmato un contratto di tre anni con l’opzione fino al 2020. Dopo Porto, Chelsea, Inter, Real Madrid e ancora Chelsea, lo Special One sbarca quindi all’Old Trafford.
L’obiettivo è unico e imprescindibile: cancellare gli anni bui del post-Ferguson e riportare immediatamente i Red Devils al primato sia in Inghilterra che in Europa e nel mondo.
Anche da parte del club di Manchester, Mourinho sembra proprio l’uomo giusto nel momento vitale: 22 titoli in bacheca, di cui 2 Champions League, il trofeo che più manca a Old Trafford; la scelta dei Devils inoltre è ricaduta su di lui perché, ovviamente, il Mou conosce benissimo la Premier League avendola vinta già tre volte e sa quindi come riportare Rooney e compagni alla confidenza con i trionfi.
Da par suo, lo Special One è entusiasta di cominciare la sua nuova avventura coi Diavoli Rossi, sulla cui panchina ha da sempre desiderato sedersi: prende il posto di Louis Van Gaal (con il quale non era mai andato particolarmente d’accordo) e riparte dalla FA Cup vinta la settimana scorsa e che non è bastata al tecnico olandese per ottenere la riconferma del posto.
Mourinho riparte da qui, e da un ingaggio che secondo indiscrezioni si aggira fra i 16 e i 20 milioni. Il portoghese sta già menando le mani e prendendo appunti: il suo United dovrà essere a sua immagine e somiglianza.
Mano dunque al portafoglio, per il patron Glazer: il primo obiettivo è un tale chiamato Zlatan Ibrahimovic, ansioso di cimentarsi con la Premier League e desideroso di confrontarsi, stavolta in maniera seria, con l’allenatore che lo scaricò al Barcellona andando a vincere, l’anno successivo, quel triplete (Champions, soprattutto, compresa) che al semidio del calcio di Malmo è sempre mancato.
Chissà che stavolta, fra determinazione e sportellate arroganti, i due non ci riescano insieme. L’anno prossimo, però, lo United potrà disputare solo l’Europa League: un trofeo che Mourinho ha già vinto ai tempi del Porto e da cui, magari, ripartire per rifare grandi i Red Devils.
E a ingolosire ancora di più la platea della prossima Premier League ci penserà un altro fatto: il derby di Manchester sarà una sfida nella sfida; Mourinho contro Guardiola, José contro Pep, l’ex Real contro l’ex Barça, fra manite, Liga, Champions passate (e forse presenti, e probabilmente future). Insomma, tanta, tanta roba in più per la prossima stagione di calcio europeo.