Una Nazionale azzurra col cuore tricolore e i muscoli bianconeri: questa è l’istantanea che la serata trionfale di Lione col 2-0 al Belgio ha restituito ai tifosi italiani. Dalla cerniera di difesa tutta juventina, con i tre tenori davanti a Buffon, a centrocampo e attacco, che hanno preso le sembianze di tanti insospettabili ex del Cesena. Oltre, ovviamente, al condottiero Conte.
Il commissario tecnico si è sgolato anche stavolta, per far quadrare tutto fino alla fine: la ferita al viso rimediata per la troppa esultanza dopo il vantaggio di Giaccherini è solo la punta di un iceberg caldo, quello del temperamento dell’allenatore leccese, sempre sul pezzo e pronto ad azzannare i suoi giocatori quando qualcosa non va bene.
Per fortuna, contro il temibile talento dei Diavoli Rossi, la difesa ha retto alla grande, nonostante qualche apprensione soprattutto nella fase finale del match: primo fra tutti, Buffon ha tenuto dritta la barra (mancando la presa solo a partita finita, quando per aggrapparsi alla traversa è caduto di schiena suscitando l’ilarità del pubblico lionese).
Chiellini e Barzagli hanno giganteggiato facendo rischiare il minimo sindacale al loro collega di Nazionale e di Juve; Bonucci dal canto suo è stato direttore di un’orchestra finora infallibile, rimarcando a fine match le palle quadrate di un gruppo nato e costruito per soffrire e combattere sempre.
Le note positive però sono arrivate anche dal centrocampo: oltre al grintoso De Rossi – e al rimandato Darmian – batte un po’ di bianconero anche lì. Non di Juve si parla, però: ma di coloro che negli scorsi anni, casualmente s’intende, hanno indossato la maglia del Cesena senza sapere che un giorno avrebbero vestito anche quella azzurra.
Primi fra tutti Emanuele Giaccherini: pupillo di Conte già ai tempi della Vecchia Signora, il Giack non solo ha segnato, ma ha dato tantissima sostanza anche in fase d’interdizione (suoi un paio di recuperi da urlo in difesa): non si vive di solo pane – o di soli gol – ma anche con tanto fiato e per tanto sacrificio.
Benissimo anche Antonio Candreva, che ha finito in panne certo, ma che ha regalato comunque tanta corsa e frequenza sulla fascia destra, trovando nel finale pure l’assist decisivo per il gol dell’altro ex cesenate Pellè.
Per Marco Parolo vale lo stesso discorso dei due colleghi di reparto: il laziale ha chiuso in crescendo, dimostrando di essere uomo all’altezza della Nazionale.
Infine, la coppia d’attacco: sia Eder che Pellè hanno un passato nella formazione romagnola. L’attuale attaccante del Southampton è l’unico dei cesenati azzurri ad aver giocato per conto proprio, nel 2006/07; per Eder e gli altri la permanenza riguarda l’annata 2011/12.
Dall’ItalJuve all’ItalCesena il passo è breve: il cuore resta azzurro.