Tutto chiaro, almeno per ora, nel gruppo F di Euro 2016: dopo la prima giornata, in testa c’è un po’ a sorpresa l’Ungheria che a 44 anni dall’ultimo Europeo torna e batte i “vicini di casa” dell’Austria per 2-0; in serata il deludente 1-1 del Portogallo contro l’arcigna e tignosa Islanda, delude e non poco CR7.
AUSTRIA-UNGHERIA 0-2
Che bello tornare 44 anni dopo l’ultimo Europeo e battere l’Austria data nettamente per favorita: i magiari sudditi minori dell’ex Impero austroungarico si prendono una bellissima rivincita sportiva contro i vicini austriaci.
Intendiamoci: quello che viene chiamato come Das Team in patria dava l’impressione di poter vincere la partita da un momento all’altro. Ma il calcio è questo: puoi anche avere un baby fenomeno chiamato Alaba in squadra che dopo pochi minuti prende un palo, ma se poi vai sempre a sbattere contro l’uomo col pigiama primo quarantenne in un Europeo chiamato Gabor Kiraly prima o poi il rischio di prendere gol si materializza.
E così l’Ungheria, zitta zitta quatta quatta, si porta a casa l’intera posta in palio: merito anche del giovanissimo Laszlo Kleinheisler, classe ’94, che al 62’ fornisce al centravanti Adam Szalai fino a quel punto impalpabile l’assist per la stoccata che vale lo 0-1.
Esultanza esagerata per l’attaccante dell’Hannover che supera i cartelloni pubblicitari e si getta a capofitto addosso ai suoi festanti connazionali: per la Valogatott col cuore d’Attila un gol dopo tanto digiuno va festeggiato nel modo migliore.
L’Austria resta irretita: nonostante un Arnautovic ispirato, la squadra di Koller finisce addirittura in dieci per il doppio giallo (opinabile) comminato a Dragovic e finisce colpita in contropiede da Stieber che, entrato a 7’ dalla fine, con un pallonetto supera Almer. I miti della Grande Ungheria, con Puskas e tutti gli altri, saranno tutti contenti.
PORTOGALLO-ISLANDA 1-1
Un altro flop. Quello che rischia il Portogallo di Cristiano Ronaldo. L’asso vinci-tutto del Real Madrid stecca clamorosamente nel debutto Europeo dei lusitani; i ragazzi venuti dal profondo Nord del continente (valore mercato complessivo inferiore al fuoriclasse di Madeira) combinano lo scherzetto e aumentano la proverbiale saudade dei rossoverdi.
La squadra di Lagerbäck, che nelle qualificazioni ha fatto fuori gente tipo gli olandesi, firma un’altra pagina scintillante della propria storia: sopperendo con pressing asfissiante, ottima organizzazione e compattezza in tutti i reparti al cospetto del talento sicuramente maggiore del Portogallo.
Ne viene fuori una partita spigolosa per i lusitani, con gli islandesi spinti in avanti dal calorosissimo pubblico connazionale e capaci di resistere – e bene – sino al vantaggio firmato da Nani su ottima intuizione del terzino destro André Gomes.
È il 31’; in tanti si aspettano che l’Islanda possa liquefarsi come la lava che scorre nei suoi territori di ghiaccio. E invece “i Nostri Ragazzi” approfittano dell’andamento gigioneggiante dei lusitani e dopo l’intervallo trovano addirittura la zampata che vale il primo gol degli isolani nella fase finale di un Europeo.
Lo firma Birkir Bjarnason, già ex di Pescara e Sampdoria, che al 50’ si fa trovare pronto sul cross dalla destra di Gudmundsson dopo il liscio di Vieirinha.
Il Portogallo a quel punto appassisce: non per numero d’occasioni, che pure arrivano, ma per brillantezza e convinzione dei propri mezzi. CR7 rimane impalpabile, Nani e il subentrato Quaresma aggiungono poco, Eder – unica punta nel pacchetto a disposizione del ct portoghese – neppure timbra il cartellino. Il Portogallo fa flop, e Ronaldo con esso. L’Europeo delle sorprese prosegue.