La notizia era nell’aria già da tempo, ora è arrivata l’ufficialità: il Brasile ha un nuovo commissario tecnico. È Adenor Leonardo Bacchi, alias Tite, già allenatore del Corinthians. Il tecnico 55enne arriva al posto di Dunga, naufragato nella spedizione della Seleção alla Copa America Centenario. I verdeoro voltano pagina per tornare a vincere.
D’altro canto, il Brasile degli ultimi anni è stato un fiasco completo: dopo la Coppa del Mondo del 2002, a parte la Copa America del 2007 e la Confederations Cup del 2009 (conquistate proprio con Dunga), la nazionale verdeoro è scesa giù in picchiata raggiungendo minimi storici.
Brilla ancora, in fondo al baratro, il clamoroso ed eccezionale Mineirazo: il 7-1 patito nel Mondiale casalingo contro la Germania. In panchina allora c’era un certo Felipao Scolari, chiamato a risollevare le sorti della Seleção dopo il biennio Menezes.
Con la seconda gestione Dunga la Federazione brasiliana sperava di poter ritornare ai fasti di un tempo: niente da fare invece. Due eliminazioni cocenti in Copa America (l’anno scorso ai quarti col Paraguay, quest’anno addirittura ai gironi con un gruppo abbordabile a disposizione) e tante polemiche legate al mancato utilizzo di Oscar, Kakà e Ganso lo scorso anno, e dei vari Neymar, Thiago Silva, David Luiz, Marcelo e Alex Sandro in quest’edizione.
Dunga aveva fatto queste scelte in previsione dei Giochi Olimpici di Rio 2016: un tentativo per preservare i migliori e ottenere il pieno riscatto in patria. La Federazione però l’ha bocciato in toto.
Ecco dunque che il nuovo posto di condottiero lo prende Tite: 55 anni, origini mantovane, un palmares niente male per uno che in Brasile è considerato come uno dei migliori allenatori brasiliani della sua generazione.
Una Coppa Sudamericana nel 2008 con l’Internacional di Porto Alegre, una Libertadores e una Coppa del Mondo per club nel 2012 e una Recopa Sudamericana nel 2013 tutte col Corinthians. Tite arriva sulla panchina verdeoro con tanti trofei in bacheca e con le idee chiare.
«Voglio seguire il lavoro dei tecnici delle altre selezioni, tipo quella giovanile e quella olimpica, e anche quello degli allenatori dei vari club. Lo farò ovviamente senza mai intervenire nel loro operato. Insieme discuteremo di allenamenti, della parte tecnica e di piani sviluppati su misura. Ogni tecnico mi dirà ciò che ciascun atleta fa e potrà fare».
L’obiettivo dichiarato c’è già: «Il primo obiettivo è quello di qualificarci per la Coppa del Mondo. Il lavoro sarà tanto e difficile: non intendo fuggire dalle mie responsabilità. Dobbiamo ripartire: se sono qui è perché i risultati recentemente non sono arrivati».