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Copa America Centenario, ecco Argentina-Cile il remake: Messi, non puoi più fallire

Ancora Argentina-Cile, sempre Argentina-Cile. Non poteva esserci epilogo migliore, per questa Copa America Centenario: dopo la finale di Santiago dello scorso anno, vinta dalla Roja, e dopo gli harakiri di Brasile e Uruguay in quest’edizione, la finalissima della CA 2016 è di nuovo quella: Argentina-Cile, Albiceleste vs. Roja. Soprattutto, forse, Messi contro il fantasma di se stesso: la Pulce non può più fallire con la maglia della Selección. Calcio d’inizio a East Rutherford alle 2.00 italiane.

Cosa c’è di diverso, un anno dopo? Qualcosa c’è. Al timone del Cile infatti non c’è più il condottiero della bellissima cavalcata della Roja verso il trionfo di Santiago: via dunque Jorge Sampaoli (dimessosi a gennaio), dentro Juan Antonio Pizzi.

Cambio di modulo, con una costante: dal 3-4-3 al 4-3-3; difesa capeggiata dal mastino Medel, centrocampo denso con la stessa Vidal che fa sempre parlare di sé e rimpiangere la classe infinita del Mago Valdivia mettendoci però muscoli e cuore; tridente sempre fisso, con Alexis Sanchez diventato leader ed Edu Vargas impressionante per capacità realizzativa (6 gol in tutto, anche se arrivati “solo” contro Panama e Messico).

Insomma, il Cile ha tutte le carte in regola per difendere la sua Copa America – anche se molto maliziosamente Arturo Vidal ha fatto intendere che questa Copa America Centenario, organizzata negli USA, non pesa più di tanto nel novero complessivo dei trofei.

Dall’altra parte, che Argentina c’è? Praticamente la stessa. Sempre Tata Martino in panchina, e sempre quell’attacco stellare: Di Maria, Aguero, Lavezzi, Higuain ma soprattutto lui, Leo Messi. La Pulce diventato Fenomeno che ora non ha più alibi, e deve portare la sua Selección in vetta al Sudamerica, a riprendersi quello che non gli riesce addirittura dal 1993, dall’ultima edizione vinta grazie a Batistuta.

Messi, Messi, Messi: l’Argentina intera pende dalle sue giocate; Maradona ha caricato ulteriormente a pallettoni l’attesa, intimando l’Albiceleste al sacrificio massimo. La Pulce ora non può più scappare: o si vince questa Copa America, o si perde la faccia una volta per tutte. Non ci sono mezzi termini.

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