Il day after è sempre il più duro da passare. Specie dopo aver fatto una figuraccia pessima in un Europeo contro una matricola mai esistita prima nei grandi tornei. Il giorno dopo l’eliminazione da Euro 2016, l’ Inghilterra si interroga sul suo futuro: Hodgson rassegna le dimissioni e parte la caccia al nuovo c.t.
L’ex allenatore fra le altre di Inter, Udinese, Fulham e Liverpool si è licenziato, ponendo fine a un’avventura durata 4 anni che l’ha portato a diversi fallimenti: eliminato ai quarti dall’Italia ai rigori a Euro 2012, addirittura al primo turno del Mondiale 2014 e poi abbattuto dalla valanga islandese in questo Euro 2016.
Hodgson, è bene dirlo, ha semplicemente affrettato i tempi: il suo contratto sarebbe comunque scaduto giovedì 30 giugno senza troppe possibilità di rinnovo.
Ora la FA si è data sei settimane per individuare il nuovo commissario tecnico: in pole c’è Gareth Southgate, attuale mister dell’Inghilterra Under 21; impazza però la pista che porterebbe al sorprendente Gianni De Biasi, che ha guidato l’Albania nel primo europeo della sua storia a sfiorare la qualificazione agli ottavi.
I mugugni e le critiche però continuano a piovere sopra alla Nazionale dei Tre Leoni, letteralmente presa d’assalto da media e tabloid britannici. Solo per dare un’idea, il Times ha dato 0 a tutti quanti i giocatori scesi in campo ieri.
Lo stesso Hodgson, annunciando il suo addio, l’aveva detto: «È stata una pessima notte per ognuno di noi: la partita di ieri ha causato al calcio inglese un danno che va al di là dell’eliminazione».
Il calcio inglese ora s’interroga sul suo passato appena trascorso (Rooney ha difeso l’operato suo e dei compagni, riconoscendo fedeltà al commissario tecnico appena dimessosi) e soprattutto sul proprio futuro.
Qualcuno vocifera di ripensare il calendario del campionato inglese, troppo fitto di impegni da settembre a maggio: fra Box in Day, Capodanni e due (non una) coppe nazionali, il tempo per riposare è poco e la freschezza atletica indubbiamente può risentirne.
Ci si penserà: ora, dopo la Brexit politica, l’ Inghilterra deve meditare anche su che prospettiva dare alla sua nazionale del pallone.