Come i vecchi tempi: tornano alla ribalta le sorelle Serena e Venus Williams, che si qualificano per le semifinali di Wimbledon 2016 e vedono avvicinarsi la possibilità di sfidarsi all’ultimo atto come tante volte accaduto negli anni scorsi.
Eh già, perché le due giocatrici statunitensi erano solite dividersi la scena internazionale nel primo decennio del nuovo secolo e sui prati dei Championships vantano la bellezza di 12 titoli complessivi nei soli tornei di singolare. Poi la maggiore, Venus, ha dovuto fare i conti con molti guai fisici, mentre la minore continuava e continua a mietere successi e ad incamerare record su record.
Ora di nuovo ad alti livelli, insieme, con la consapevolezza che, a 35 e 36 anni, le più longeve campionesse della racchetta hanno ancora tanto da dare a questo sport.
La numero uno al mondo, Serena, spazza via col solito cinismo Anastasia Pavlyuchenkova, #23 wta: è un doppio 64 il punteggio che manda al tappeto la russa e permette alla vincitrice di continuare il suo sogno di conquista del 22° Slam.
Nella semifinale della parte alta del tabellone se la vedrà con la terza russa consecutiva: è Elena Vesnina, che da numero 50 della classifica mondiale riesce ad entrare tra le prime quattro all’All England Tennis Club grazie al dominio sulla slovacca Dominica Cibulkova, diciannovesima testa di serie, spazzata via per 62 62.
Sarà Venus-Kerber la semifinale della parte bassa del seding. La Venere Nera torna in semifinale a Londra sette anni dopo l’ultima volta. Troppo il divario con la kazaka Yaroslava Shvedova, #96 wta, che viene piegata per 76 62 in poco più di un’ora e mezza di gioco. Ricordiamo che Venus vanta cinque titoli qui a Londra ed è pure la più matura giocatrice (36 anni) ad andare così in avanti in un torneo dello Slam dal 1994, quando Martina Navratilova raggiunse proprio qui la finale.
La sua avversaria, Angelique Kerber, che quest’anno di Slam ne ha già vinto uno (Melbourne), si sbarazza della quinta testa di serie, Simona Halep (75 76): è la sua seconda semifinale a Wimbledon dopo quella del 2012, quando fu fermata da Agnieska Radwanska.