Spettacolo ai quarti di finale di Wimbledon 2016: soffrono più del previsto e sono costretti a lottare per cinque set, ma accedono ugualmente alle semifinali dello Slam su erba i due maggiori favoriti del torneo, Andy Murray e Roger Federer, che incontreranno rispettivamente Tomas Berdych e Milos Raonic.
Tocca a Re Roger calcare per primo il terreno del Centre Court: di fronte, il croato Marin Cilic, cui non bastano tre match point per portare a casa la partita. Una sfida già apparentemente segnata dopo due parziali, conclusi entrambi in favore di quest’ultimo con l’elvetico incapace di trovare mezzi adeguati a limitare dal principio i colpi del suo avversario.
Ma guai a darlo per morto l’ex numero uno al mondo: vinto il terzo set, salva tre palle match nel quarto per poi chiudere facilmente l’incontro nell’ultima partita. Partito in sordina ai Championships, per via della tribolata stagione che ha vissuto sin qui, Federer è ancora una volta tra i migliori quattro del torneo: la speranza di centrare l’ennesima finale – già sette titoli in bacheca – è tanta, ma prima bisogna superare Milos Raonic, che l’ha già piegato in questa stagione nell’ultimo atto di Brisbane, a inizio anno.
Il talento canadese archivia la pratica Sam Querrey senza troppo affanno: il giustiziere di Novak Djokovic esce sconfitto in due ore e mezza col punteggio di 64 75 57 64, col solo terzo set in favore dell’atleta a stelle e strisce.
Una nuova prova di crescita per il giocatore di origini slave, che a inizio anno ha ingaggiato John McEnroe per coltivare il sogno di alzare al cielo il trofeo di Wimbledon. Sa di non poterlo sottovalutare, Federer, che difatti dichiara: “L’ho battuto in semifinale due anni fa ma lui migliora giorno dopo giorno. Ho un giorno per riposarmi e per pensare a quello che dovrò fare”.
Tennis d’alto livello, quello espresso tra Andy Murray e Jo-Wilfried Tsonga. Con i favori del pronostico dalla sua parte, lo scozzese regge ancora una volta la pressione, ma stavolta viene messo in seria difficoltà dal francese, che lo trascina fino al quinto set, prima di arrendersi di schianto dopo quasi quattro ore di gioco.
Settima semifinale per il ventottenne di Dunblane, opposto ora al ceco Tomas Berdych, che senza alcuna attenzione mediatica sembra essere tornato a buoni livelli dopo alcuni mesi di appannamento: approfittando di quello che, probabilmente, è il quarto più agevole, batte per 76(4) 63 62 il francese Lucas Pouille e si piazza tra i primi quattro nel torneo che l’ha già visto finalista (sconfitto contro Rafael Nadal) nel 2010.