Sarà tra Andy Murray e Milos Raonic la finale di Wimbledon 2016, terzo Slam della stagione di scena sul complesso in erba dell’All England Club. Lo scozzese batte in semifinale Tomas Berdych con un triplo 63, mentre il canadese mette ko Sua Maestà Roger Federer dopo cinque set.
È quest’ultima notizia a rimbalzare e far maggiormente scalpore dal Centre Court: il tennista di origini montenegrine mette a segno il più grande risultato della sua carriera, centrando quella finale Slam obiettivo dichiarato da inizio stagione.
Suo il primo torneo del 2016, il Masters 250 di Brisbane proprio contro Roger Federer, suo un altro dispiacere – ben più grande – allo svizzero, che dopo la prematura uscita di scena di Novak Djokovic già assaporava un nuovo approdo in finale, con annessa possibilità di giocarsi l’ottavo titolo dei Championships e contemporaneamente il 18° Slam.
Invece, a 35 anni, fallisce quello che avrebbe potuto uno degli ultimi acuti di una carriera stellare, perdendo un incontro che, nonostante il primo set lasciato all’avversario, sembrava indirizzarsi in suo favore. Colpa di una palla break concessa al ventiseienne nativo di Podgorica nell’ultimo parziale, colpa più probabilmente della seconda partita di seguito portata al quinto, che per uno che viene da una annata nient’affatto liscia e con assai poca continuità, risulta determinante.
“Adesso voglio solo dimenticare“, proferisce il campione elvetico a fine gara, sapendo di aver fallito una chanches imperdibile. Ad esultare, dunque, è il nordamericano, che finalmente si sta lanciando ai vertici del tennis mondiale come il suo coach Carlo Moya si era prefissato alla fine dello scorso anno. In più, un John McEnroe alla sua corte, la cui cura sembra stia dando ottimi frutti.
Ora, sulla sua strada, il beniamino di casa – anzi no, meglio dire scozzese, per via del vento indipendentista – Andy Murray, che qui ha già trionfato nel 2013. Il bilancio sorride a quest’ultimo per 6-3 e l’ultima sfida si giocò proprio lontano da qui appena tre settimane fa: era la finale del Queen’s e il ventinovenne di DUnblane ebbe ancora la meglio.
Stavolta le cose potrebbero andare diversamente, dal momento che Raonic gareggerà senza alcuna pressione, pur avendo disperso tante energie nel corso del torneo prima contro David Goffin agli ottavi, poi contro Sam Querrey ai quarti. Murray, alla terza finale Slam di fila, è invece bravo a liquidare un buon Tomas Berdych, finalista a Church Road nel 2010, ma non all’altezza di contrastare il numero due al mondo, che porta a casa il match per 63 63 63.