Quel “Campioni del Mondo” urlato al cielo nella notte da favola di Berlino è stato tutto vero: 10 anni fa l’ Italia batteva la Francia ai rigori nella finale del Mondiale 2006 in terra tedesca. Un miracolo in salsa azzurra che fece scoppiare di gioia un Paese intero.
Un miracolo, arrivato proprio nell’estate che ha segnato uno spartiacque decisivo nella storia del calcio italiano: lo scoppio della tempesta Calciopoli, l’inizio della fine del sistema-Moggi e il campionato sconquassato dalle prime notizie che arrivavano dalle Procure. Nel frattempo, la credibilità per la Nazionale di Lippi era pari a zero.
La spedizione azzurra partì verso la Germania fra polemiche infinite e scetticismo alle stelle. Ma davanti alla tv tutto il Paese riscoprì ben presto il suo orgoglio nazionale, trovando il lavacro delle proprie difficoltà politiche e delle proprie contraddizioni.
Un cammino immacolato, quello compiuto dagli azzurri allenati dal tecnico viareggino: imbattuti nel girone contro Ghana, USA e Repubblica Ceca, passati per le forche caudine australiane fino all’insperato rigore calciato da Totti a tempo scaduto (quello che mise in imbarazzo Blatter, che esternò il suo dispiacere ai Socceroos perché “meritavano loro…” e non si era fatto abbastanza per mettere in difficoltà l’Italia.
Poi, dopo l’Ucraina, il trionfo di Dortmund, a casa loro, dei rivali di sempre, dei nemici di sempre: Germania annichilita 2-0 con l’uno-due micidiale firmato da Grosso e Del Piero. Uno scherzo che dalle aprti della Ruhr e non solo non hanno ancora smaltito, nonostante la vittoria soffertissima ai rigori dello scorso sabato contro l’ Italia di Conte a Euro 2016.
Infine, la Vittoria: quella di Berlino all’Olympiastadion, nella serata della testata di Zidane a Materazzi diventata materia cosmica, nella serata dei rigori in cui l’Italia operaia del ct toscano ci portò tutti sulla luna a esultare e a festeggiare per un Mondiale troppo bello per non essere vero.
9 luglio 2006-9 luglio 2016: avevamo sperato che questo decimo anniversario di quella serata potesse coincidere con la vigilia di un’altra finale, quella di un Europeo che in casa – Italia manca dal ’68. Un peccato, certo: ma quando c’è la memoria che alimenta un passato di gloria e di entusiasmo nazionale, il presente imminente può aspettare. Dolce è il ricordo del trionfo, specie quando è stato collettivo e ha unito un intero popolo. Che dopo allora non ha trovato più la sua catarsi: né nel calcio né nella quotidianità.
10 anni dopo quel Mondiale resta, dentro il cuore di ogni tifoso di calcio, molto più di un ricordo di calcio: è un apice bellissimo, che si spera di rivivere presto.