Euro 2016 non poteva immaginare un finale più thriller: a Saint-Denis va in scena il capolavoro tattico del Portogallo di Renato Santos, che resiste alle sportellate della Francia, la porta ai supplementari e la colpisce con una staffilata del carneade Eder. Ronaldo dalle lacrime di un infortunio alla commozione del trionfo!
Doveva essere l’Europeo della Francia, nell’Europeo giocato in Francia: invece i Bleus di Deschamps falliscono e, a differenza di Euro 1984 e del Mondiale del 1998, restano con un pugno di mosche in mano inchinandosi alla piccola nazionale, ultimo baluardo occidentale del Vecchio Continente e da oggi non più grande incompiuta a livello di rappresentative nazionali.
Per il Portogallo, fra l’altro, quella di Saint-Denis in casa degli ospitanti vale come una rivincita dolcissima per quella finale di Euro 2004 perduta a Lisbona contro la Grecia. In quell’occasione c’era anche, se non soprattutto, Cristiano Ronaldo: il campione più atteso della serata che però non ha potuto brillare.
Sì, perché al 25’ il fenomeno di Madeira dopo aver a lungo stretto i denti è stato costretto a uscire per infortunio (sospetta lesione del legamento crociato del ginocchio, dopo un’entrata dura di Payet a inizio match).
È stato successo poco nel primo tempo, con Rui Patricio a rintuzzare prima una bella girata di testa di Griezmann al 10’ e poi un tiro potente di Sissoko (sicuramente il più energico fra i Bleus).
Nella ripresa Deschamps ha provato a dare la scossa, inserendo Coman al posto di uno spento Payet; la Francia ha cominciato effettivamente a premere, ma né Griezmann (colpo di testa fuori di un soffio a una manciata di metri dalla porta) né Sissoko sono riusciti a far male a uno dei migliori in campo, il portiere Rui Patricio.
L’occasione più ghiotta è capitata però in pieno recupero a Gignac, bravo ad abbindolare Pepe ma sfortunatissimo nel colpire la base del palo a portiere portoghese battuto. 0-0 ai 90’: sesto pareggio su 7 partite nei regolamentari per l’ostico e quadrato Portogallo di Cristiano Ronaldo.
Renato Santos ha azzeccato tutto: portare la gara ai supplementari e costringere la Francia a stancarsi maledettamente. È la lucidità, infatti, a essere mancata ai Bleus di Deschamps che man mano si sono spenti e innervositi sotto i colpi di un Portogallo più volitivo.
Prima la traversa su punizione (inesistente) di Raphael Guerreiro; poi il capolavoro di Eder al 109’. Uno che quest’anno si era diviso, fra pochi alti e moltissimi bassi, fra Swansea e Lille, che in una notte si è preso tutti i titoli dei giornali e un pezzo di storia del proprio paese.
Lui, con Renato Santos, con Pepe e con tutti gli altri. Ma, soprattutto, l’altro Lui: quel Cristiano Ronaldo che, una volta uscito per infortunio, è tornato in campo e ha fomentato, incitato, consolato, spinto i suoi a un trionfo storico. A Lisbona e dintorni per parecchio si dimenticheranno della loro saudade: da stanotte per quattro anni il Portogallo sarà Campione d’Europa.