Italia-Serbia Italvolley Final Six World League 2016

Italvolley, che peccato: la Serbia vince 3-2 e ci toglie la finale di World League

Finisce nella semifinale della Final Six il sogno World League 2016 per Italvolley: gli azzurri di Blengini finiscono battuti al tie-break dalla Serbia di Grbic e dicono addio ancora una volta a un passo dalla finale. Per il bronzo c’è la Francia.

Nella serata azzurra di Cracovia restano amarezza e rimpianti: quelli di chi ancora una volta ha accarezzato il sogno di una nuova finale nel torneo itinerante del volley mondiale per eccellenza, 12 anni dopo l’ultima conquistata e persa contro il Brasile e a 16 anni dall’ultimo trionfo.

È stata una partita vibrante, nervosa, tesa e allo stesso emozionante: la Nazionale ha ceduto solo al tie-break (23-25; 25-21; 25-23; 18-25; 15-11) contro i serbi, che dall’inizio del torneo avevano dichiarato la loro volontà di portarsi a casa la competizione, dopo aver fallito l’aggancio all’Olimpiade.

Comunque vada l’Italia ha giocato forte, e resta un’ottima iniezione di fiducia a meno di tre settimane dall’inizio di Rio 2016: squadra mai arrendevole, pimpante in attacco e tosta anche a muro; il difetto semmai si è visto nella cattiveria mancata sotto rete nel momento cruciale del match.

Paga, Italvolley, i due errori decisivi di Ivan Zaytsev nel tie-break che le avrebbero consentito di rimanere a contatto della Serbia. Lo Zar resta il migliore in campo degli azzurri (21 punti) ma quel 35% in attacco pesa tanto e soprattutto pesano quei due ori: il ragazzo spoletano si è già assunto tutte le responsabilità, da campione serio qual è.

Per il resto Juantorena a intermittenza (18), Lanza finalmente all’altezza (14) e cresciuto grazie soprattutto all’ingresso di Sottile, che ha dato fiato a Giannelli e ci ha tenuto a lungo in piedi.

Domani ore 17.30 Birarelli e compagni proveranno a riprendersi il bronzo che all’Italia del volley maschile manca in World League da Firenze 2014. L’avversario è la Francia: vincere stavolta però vale molto più di un primo posto e, in vista di Rio 2016, darebbe tanto, tantissimo morale.

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