Discontinuità: è forse la caratteristica più evidente espressa dall’ Italvolley durante la Final Six di World League, conclusa al 4° posto dopo la sconfitta nella finalina con la Francia. Cosa mettono gli azzurri di Blengini nella valigia verso Rio 2016?
La nostra Nazionale di volley maschile ha faticato non poco a dare continuità alla manovra, apparendo molto spezzettata e giocando bene solo a sprazzi. Il ruggito contro gli USA certo ha dato coraggio, dimostrando che nel momento del bisogno Birarelli e compagni sanno essere tosti; eppure i pesanti 3-0 – gli ennesimi della serie – contro Brasile e Francia suonano come più di un campanello d’allarme in vista dei Giochi.
Anche perché, fra le altre cose, le squadre di Berardinho e di Thilly faranno parte del girone di ferro in cui Italvolley è capitata nella fase di sorteggio dei Pool olimpici.
Per ora gli azzurri messi al cospetto dei grandi del circuito hanno difettato. Non solo Final Six infatti: l’Italia di Blengini ha preso lezioni sonore dalla Francia già nella fase itinerante, poi sono arrivati lo schiaffo del PalaLottomatica contro gli USA di Speraw (vendicato per l’appunto a Cracovia, unica nota positiva del weekend) e poi il sanguigno tie-break perduto nella semifinale contro la Serbia.
Attenzione: di campioni quest’ Italvolley ne ha eccome, e i vari Zaytsev e Juantorena, insieme a Vettori, Giannelli, Lanza e Birarelli, hanno dimostrato che se in giornata e ispirati sanno essere micidiali; ma quella che manca attualmente è la concezione di squadra, non favorita forse da alcuni accorgimenti tattici che hanno stravolto il modo di giocare spostandolo sull’iper-offensività senza salvaguardare le altre fasi.
Il Tridente pesante con lo Zar, la Pantera e il Vetto è stato infatti accantonato dopo gli esperimenti precedenti; Zaytsev nella doppia versione schiacciatore/opposto pare snaturato anche se alcuni spunti restano ottimi, Vettori non dà ancora il cambio di passo che ci si attenderebbe, e lo stesso Juantorena non sembra in una condizione eccellente per poter affrontare un’Olimpiade (nei prossimi giorni si spera che l’italo-cubano recuperi una volta per tutte).
Restano anche parecchi grattacapi nei fondamentali: difesa e ricezione sono rivedibili, e muro senza garanzie di inviolabilità. Insomma, a poche settimane dal 7 agosto – data di debutto nel torneo olimpico proprio contro la Francia – Blengini ha di che preoccuparsi.
Occorre serrare presto le fila e gettarsi a capofitto in un’avventura olimpica dove, comunque, Italvolley si presenta col giusto e legittimo rispetto che le compete: c’è un bronzo a cinque cerchi quantomeno da difendere, se non – lo speriamo – da migliorare. Il registro però deve cambiare. Intanto si aspettano i convocati definitivi che prenderanno l’aereo per Rio.