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Adriano Malori. Foto: Tim De Waele

Bentornato Adriano! Malori fuori dal calvario, presto di nuovo in corsa

“Ero in testa al gruppo e stavo parlando con Vincenzo Nibali e quando mi sono svegliato muovevo solo un dito della mano destra”. Comincia così il racconto autobiografico di Adriano Malori, che otto mesi dopo quello sciagurato incidente in Sudamerica è finalmente pronto ad annunciare il ritorno in bici. 

Dopo tanto silenzio, il parmense ha indetto una conferenza stampa in cui, con serenità, ha voluto ripercorrere ciò che è stato di se stesso da quel terribile giorno di gennaio quando, alla prima corsa stagionale, il Tour de San Luis in Argentina, una caduta sembrava porre fine ai suoi sogni non solo da ciclista, ma come uomo. Un incidente che rischiava di compromettere la sua normale vita quotidiana, ma dal quale, con una incredibile forza di volontà e una encomiabile determinazione, è riuscito ad uscirne fuori.

Non ricorda nulla di quel giorno, nulla neppure delle due settimane successive: una buca, quella che l’ha fatto capitolare per terra, poi il ritrovarsi in una stanza d’ospedale e temere il peggio. “Il tuo cervello si è sconnesso completamente dalla parte destra del tuo corpo – La diagnosi dei medici – Con tanto lavoro e un po’ di fortuna potrai tornare ad essere una persona normale”.

La bici, dunque, era un’utopia. “Mi sono trovato dalla gioia di essere vicecampione del mondo [argento conquistato a Richmond 2015] al dover dipendere dagli altri per tutto“, anche nei bisogni fisiologici. Ma non si è perso d’animo, il ventottenne atleta della Movistar, che si è messo al lavoro per essere più forte del destino e vincere la sua corsa più importante, effettuando fino a sei ore di riabilitazione al giorno.

Nel mese di aprile, ritrovato il piacere di prendere un bicchiere con la mano destra, suo primario obiettivo, ha provato a salire in sella, ma dopo un’ora e mezza “la mano diventava dura […] e sono nuovamente caduto nel baratro. Per un mese il mio futuro è tornato ad essere buio”.

Ritornato a Pamplona per seguire l’equipe di specialisti che l’ha curato nel primo periodo successivo alla caduta, con la sola parentesi del ritorno in Italia per sposare Elisa, Malori rivela di aver avuto l’ok per tornare ad allenarsi il 10 agosto e di essere pronto a tornare in bici in Canada, nelle due prove WorldTour canadesi del GP Quebec e GP Montréal, in programma i giorni 9 e 11 settembre.

Se potrà ritornare a correre a grandi livelli nessuno può dirlo e a chi gli fa osservare che tra due mesi c’è il Mondiale in Qatar, pur restando con i piedi per terra afferma: “Se Davide Cassani chiama, vado“.

Perché scegliere di raccontare questa storia al pubblico? “Per la gente che sta male […] Voglio spiegare loro che c’è un ragazzo di 28 anni che in sette mesi è tornato a correre. Almeno un sorriso e una speranza la voglio dare, perché se la meritano. Ho provato qualcosa che non cancellerò mai: stare nella sofferenza assieme a gente che sta male insegna cose che non avrei mai immaginato di imparare“, è l’insegnamento di Malori.

Bentornato, Adriano!

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