Tanti spunti nella domenica della 6ª giornata di Serie A: dalla crisi della Roma sconfitta a Torino all’Inter frenata dal Bologna, al riscatto di Sassuolo e Lazio.
TRA GALLO E FALQUE LA ROMA FINISCE SPENNATA. Un 3-1 inequivocabile sancisce la crisi della Roma, sconfitta 3-1 da un Toro bellissimo e a immagine e somiglianza di Sinisa Mihajlovic. Il quarto canto del Gallo (media gol fantastica, con una rete ogni 59’) e la doppietta di Iago Falque, ex col dente avvelenato, manda allo sbaraglio i progetti di grandezza degli spallettiani in Serie A.
Nonostante Totti, nonostante tutto quello che il capitano possa apportare alla causa, i giallorossi restano ancora condizionati dalla loro tenuta mentale: instabile, a tratti involuta, senza idee chiare sul proprio futuro. Spalletti a fine partita si è sfogato: secondo il tecnico c’è troppa presunzione in alcuni elementi della sua squadra. I risultati gli danno purtroppo ragione. La Roma è già in vera difficoltà.
DE BOER, IL TRE SU TRE NON ARRIVA. L’Inter puntava a raggiungere la tripletta di vittorie in una settimana e invece il Bologna di Donadoni si è dimostrato osso ancor più duro da rosicchiare. Gara tatticamente perfetta dei felsinei che dopo il vantaggio di Destro hanno subito il pari di Perisic ma non sono andati mai in difficoltà piena.
De Boer invece frena ancora forse nel momento in cui i nerazzurri dovevano saltare l’asticella più alta chiamata lotta per lo scudetto. Bei segnali comunque dai giovanotti Gnoukouri e Miangue; nel finale neppure il debutto di Gabigol e le occasioni per Icardi e Ranocchia completano la rimonta. L’Inter resta a +4 dalla Juve capolista in Serie A, ma tutto sommato c’è. Manca solo quel pizzico di continuità giusta.
LA LAZIO ACCHIAPPA I CUGINI, MA CHE SOFFERENZA. La Lazio di Simone Inzaghi si riprende dopo la sconfitta col Milan per 2-0 e restituisce la stessa pariglia a un Empoli che, non pervenuto nel primo tempo, da coraggioso e volitivo sfiora il clamoroso pari ma poi s’inchina.
I biancocelesti hanno riaccolto il figliol prodigo Balde Keita: con lui è tutta un’altra Lazio; ma oggi hanno sofferto non poco, rifugiandosi indietro e patendo le pene dell’inferno con un gioco ristagnante e le gambe forse impallate dal terzo impegno in sette giorni. L’importante però è aver vinto: e aver ripreso, guarda un po’, proprio la Roma. Nella Capitale il derby dura 365 giorni.
SASSUOLO, IL MAPEI STADIUM È UN FORTINO. Tranquillo, Di Francesco: a Reggio Emilia il tuo Sassuolo vince sempre. Fra Serie A ed Europa League (a parte lo sciagurato 0-3 a tavolino col Pescara, che ha tramutato in sconfitta l’1-0 firmato Berardi) i neroverdi hanno sempre vinto.
Da ultimo l’1-0, anche se con tanta sofferenza, contro la buona Udinese di Iachini. È un successo preziosissimo però perché ridà sicurezza a una squadra che finora in campionato è andata a corrente alternata (3 vittorie e 3 sconfitte) e che ha dalla sua un gruppo compatto che sa far fronte anche ai momenti di emergenza (oggi mancavano ben 5 titolari più Sensi e Matri).
IL GENOA SCHIUMA DI RABBIA. È un 1-1 pieno di polemiche quello che il Pescara impone al Genoa. La squadra di Juric finisce addirittura in 9 per le espulsioni di Edenilson e Pandev e alla fine della gara Preziosi dà del matto all’arbitro Irrati, reo di aver influito non poco sul risultato finale.
Curiosità: Giovanni Simeone si è già preso un pezzo di Genoa, segnando al debutto dal 1’ il suo primo gol nella sua avventura in Serie A. Papà Cholo sarà contento. Per Oddo invece e stavolta il punto non è affatto da buttare. Ma dalla prossima toccherà cominciare a vincere.