No, grazie. Con una dichiarazione Facebook Paolo Maldini declina l’invito di Fassone e non sarà il nuovo direttore tecnico del Milan nella gestione cinese.
Il ri-matrimonio fra Maldini e rossoneri non s’ha da fare: l’ex difensore e capitano milanista ha affidato a una lunga lettera sulla sua pagina Facebook i motivi di questa decisione, sottolineando comunque che i valori e l’indipendenza personale valgono più di qualsiasi impiego lavorativo in società. Maldini si è definito amareggiato anche per via delle polemiche strumentali che hanno costellato il periodo in cui si era profilato un suo possibile approdo a livello dirigenziale.
Una risposta negativa da parte dello stesso ex capitano era nell’aria già dall’inizio della trattativa: troppo distanti le posizioni fra l’offerta di Marco Fassone e le richieste dell’ex bandiera rossonera. Nella sua lunga lettera social Maldini è sceso più nel dettaglio e ha ribadito i motivi che lo hanno spinto a dire no: «Non ho avanzato richieste economiche, ho ribadito fin dal primo incontro che la definizione del ruolo fosse la chiave basilare di una possibile collaborazione: non avrei mai accettato per essere utilizzato come “la semplice bandiera”. Non ho mai chiesto un ruolo “alla Galliani”, ovvero di amministratore delegato con pieni poteri».
Maldini ha spiegato che gli è stato proposto il ruolo di direttore tecnico, ma prima di lui è stato ingaggiato un direttore sportivo di fiducia dell’a.d.; secondo l’organigramma societario presentatogli, il nuovo d.t. avrebbe dovuto condividere qualsiasi progetto con il direttore sportivo suo parigrado; in caso di disaccordo, la scelta sarebbe spettata a Fassone.
Stando così, dal punto di vista d Maldini, dettagli amministrativi che hanno fatto la differenza: «non credo ci fossero le premesse per un team vincente. Non ho mai chiesto di avere un contatto diretto con la proprietà per bypassare l’amministratore delegato: ho espresso la volontà di sentire dal sig. David Han Li, direttore esecutivo della Sino Europe Sports, che ho incontrato solo per pochi minuti, cosa si aspettassero da me; avrei voluto ascoltare dalla sua voce quali obiettivi si fossero prefissati e quali investimenti avessero intenzione di fare».
Una strategia non (con)vincente: Maldini ha preferito dire di no, nonostante tutto, al suo Milan. La società rossonera dovrà guardarsi altrove.