Il caos Icardi-Curva Nord interista riapre una parentesi sulle tifoserie più calde nel calcio. Secondo uno studio , fra le prime 10 ci sono anche 2 italiane.
Lo studio è stato realizzato nel 2011 da Talk Sport incrociando alcuni algoritmi e dati specifici, ma nel computo complessivo la lista dei cattivi resta quella lì, visto che in cinque anni di episodi che li hanno visti protagonisti ce ne sono stati. Mancano stranamente i riferimenti ad alcune tifoserie inglesi giudicate pericolose come Millwall e West Ham (famose anche per il film Hooligans), ma ce n’è per tutti i gusti per tremare a colpi di minacce, botte e organizzazioni stile paramilitare.
Non potevano mancare i riferimenti all’Italia: citate nello studio sono riportati i nomi di Napoli e Lazio, ma gli ultras organizzati delle due squadre di Serie A non sono le più pericolose al mondo.
Si va in ordine decrescente: si inizia con l’Aris Salonicco, squadra greca che sembra poco conosciuta ma che si scatena andando oltre il semplice calore soprattutto nei derby col PAOK.
Al nono posto ci sono i Barras Bravas, una coalizione di tifoserie del Sudamerica che comprende “La 12” del Boca Juniors, I “Los Borrachos del Tablon” del River PLate e “La Hinchada Mas Popular” dei Newell’s Old Boys. Spesso il loro tifo sfocia nella violenza ma anch’essi collaborano alla creazione di coreografia stupende e a un’atmosfera da stadio incredibile; sono anche il gruppo organizzato più importante che segue la nazionale argentina.
Mamma li turchi: non potevano ovviamente mancare i tifosi del Paese della Mezzaluna, che all’ottavo posto piazzano gli ultras del Besiktas.
Per il 7° posto si torna in Sudamerica: precisamente in Uruguay col Peñarol; gli Aurinegros sono celebri soprattutto per gli scontri nelle partite col Nacional. Botte da orbi che capitano sugli spalti e nei pressi degli stadi di Montevideo, ma anche in campo. Come a dire: non c’è buonsenso che tenga in Uruguay.
Al 6° posto c’è l’Ultras Gate 7, gruppo organizzato dell’Olympiakos: il nome della tifoseria greca nasce dalla tragedia del Cancello 7 (Gate 7) dello stadio Karaiskakis di Atene avvenuta nel 1981 dove persero la vita 21 tifosi. Citazione d’obbligo per i “colleghi rivali” di Atene dell’Olympiakos, resisi protagonisti di prodezze violente nel corso degli anni.
Al 5° posto la prima italiana, il Napoli: coreografie pazzesche al San Paolo ma anche scontri e accoltellamenti vari in giro per la Penisola. I partenopei non sono certi stinchi di santo.
Al 4° la tifoseria dell’altra squadra di Serie A: gli Irriducibili della Lazio, nati per essere schierati politicamente e spesso protagonisti di episodi a sfondo di razzismo in Italia e non solo.
Al 3° posto, si va in Nord Europa, ci sono i tifosi del Lech Poznan: alcuni tifosi polacchi un anno fa esposero una bandiera razzista durante un match di qualificazione e si dichiarano apertamente contrari all’immigrazione, parlando di islamizzazione. Quando il calcio incrocia i temi caldi di ogni giorno…
Al 2° posto, di nuovo Sudamerica, ma stavolta Brasile: c’è il Gremio. Da ultimo la squadra di Porto Alegre è stata esclusa dalla Copa do Brasil dopo alcuni pesanti insulti razzisti.
Infine, al primo posto, ci sono i Balcani: precisamente il gruppo Delje della Stella Rossa di Belgrado. In Serbia il calcio è vissuto come un’altra religione: i derby della capitale fra Crvena Zvezda e Partizan sono tremendi per tensione e violenza. D’altronde, un certo Igor Bogdanov viene da lì, e questa non è una sorpresa…