Questo Milan è un capolavoro; questa Juve un cantiere aperto. Il big match della 9ª di Serie A lo vincono i rossoneri con un gran gol del baby Locatelli!
Il Diavolo continua così il suo campionato al di sopra delle più rosee attese della vigilia; ora la squadra dell’Aeroplanino Montella decolla definitivamente dall’hangar rossonero e si proietta a -2 dai campioni d’Italia. Rimandati, ancora una volta, a San Siro, laddove già a settembre avevano perso con l’Inter una delle più brutte partite degli ultimi anni. La leadership della Serie A c’è sempre, ma i segnali che vengono da chi doveva vincere il 6° scudetto di fila in scioltezza non sono dei migliori.
Tutto a causa di un Milan volitivo e abbottonato, tonico in tutti i reparti e in ogni contrasto e con un centrocampo muscolare e superconcentrato per tutto il tempo, in cui brillano Bonaventura e Kucka per costanza: i due mediani tengono in perenne tensione sia Hernanes che Pjanic (fra i peggiori della Juventus), e al loro fianco c’è un ragazzino chiamato Locatelli che ha tutte le carte in regola per diventare un grande.
La Juve, nel primo tempo, spinge soprattutto a sinistra con Alex Sandro, e da un suo affondo arriva la girata di Dybala ben parata da Donnarumma intorno al 20’. Dani Alves spesso si perde Niang, ma nell’uno contro uno Barzagli resta insuperabile. Dybala poi esce, dopo una mezz’ora non disprezzabile, toccandosi il bicipite femorale: brutto segnale per colpa di un tiro da centrocampo che non centra lo specchio.
I bianconeri poi il vantaggio lo trovano intorno al 40’, con una punizione di Pjanic che Bonucci (in posizione presunta di fuorigioco) non tocca affatto: il pallone s’insacca alle spalle di Donnarumma, l’arbitro assegna il gol ma l’addizionale lo fa revocare facendo sollevare i rossoneri e innervosire i bianconeri di Allegri.
Nella ripresa Cuadrado, subentrato nel primo tempo a La Joya, non riesce ad affondare e a servire un Higuain tanto sterile quanto isolato dai compagni. Il Milan invece regge alla grande, per merito di una coppia Romagnoli-Paletta a dir poco sontuosa e di un centrocampo che si sacrifica sempre. La partita sembra scivolare sullo 0-0 finché Locatelli, dopo un appoggio di Suso, non indovina il jolly pazzesco: missile terra-aria in diagonale, traversa scheggiata e Buffon battuto. È un gol, questo, che il 18enne predestinato si porterà dietro per tutta la carriera.
Allegri ci prova con Mandzukic e il 4-3-3, mentre Montella finisce con un 5-3-2 arroccatissimo: dentro Poli e Gomez per Niang e Locatelli. È un finale di mischie nell’area rossonera, in cui Gigio si guadagna il solito titolone levando un destro di Khedira dall’incrocio all’ultimo secondo. Il Milan chiude in trionfo; la Juve mugugna, e tanto. Al di là del gol di Pjanic che poteva essere regolare, per vincere lo scudetto di fila numero 6 ce ne vuole, di strada.