Liga, il punto sulla 10ª: a Madrid si va di poker, il Barcellona torna umano. E spunta la cresta azzurra…

La 10ª di Liga ha visto i due poker di Real e Atletico (su Alaves e Malaga), lo striminzito 1-0 del Barça sul Granada e la storia di una curiosa cresta azzurra.

PATEMA E FORTUNA REAL, IL 4-1 PULISCE TUTTO. Con il 4-1 all’Alaves il Madrid mantiene la vetta della Liga. A Vitoria la squadra di Zidane ha vinto con una tripletta di Ronaldo e una rete di Morata per rimontare il gol iniziale di Deyverson. Un rigore, un tiro bello ma deviato e una rete nel finale dopo aver sbagliato un secondo penalty. Cristiano aveva fatto 2 gol nelle prime 8 giornate di Liga, ne ha fatti 3 a Vitoria: la guarigione del Pallone d’Oro 2015 è ormai cosa certa. Zidane può guardare con rinnovata fiducia al resto della stagione.

BARÇA, PER FORTUNA C’È RAFINHA. Può, il Barcellona dei Messi dei Neymar e dei Suarez incepparsi proprio nella sfida al Granada, fanalino di coda nella Liga e ancora a zero vittorie? Sì, può. Tanto poi salta fuori il lampo del brasiliano Rafinha che rimette le cose a posto per i catalani, imprecisi e abulici sotto porta e soprattutto nel gioco.

Nella serata in cui l’MSN stenta in maniera impressionante e grottesca, nonostante una prestazione globalmente incolore (oh, come si sente la mancanza di Don Andrés Iniesta…) Luis Enrique tira almeno un sospiro di sollievo per il risultato: i blaugrana restano a -2 negli specchietti retrovisori del Real e si preparano al prossimo big match contro il Siviglia (il prossimo weekend in Andalusia).

SAMPAOLI FRENA, IL CHOLO LO RAGGIUNGE. Proprio i tricampioni d’Europa League ora sono terzi: non vanno oltre l’1-1 contro lo Sporting Gijon (non basta il gol di Vietto, pareggia Moi Gomez) e si fanno raggiungere dall’Atletico Madrid di Simeone, che batte 4-2 il Malaga con le doppiette importanti di Carrasco e Gameiro. Nella sfida al Barça della prossima giornata il Cholo non avrà a disposizione Savic, espulso.

LA CRESTA AZZURRA DEL LEGANES. Strana e bella, la storia di Martin Mantovani, difensore argentino del Leganes arrivato all’esordio nella Liga a 32 anni suonati. Per prendere la cittadinanza spagnola è passato dall’Italia, dove senza soldi per l’albergo per una notte ha dormito fra i senzatetto. Poi però la lenta ma gloriosa rivincita: debutto in Segunda Division a 30 anni, nella Primeira a 32 con tanta voglia di non mollare e col petto gonfio d’orgoglio. Mantovani gioca ora con una vistosa cresta azzurra: un altro modo per distinguersi, in un calcio che spesso caccia via le meteore e le belle storie.

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