Diritti TV Serie A

Serie A, Lega compatta sui diritti tv. Ora Galliani for president?

Per la prima volta la Lega Serie A si compatta e si accorda per dividere le risorse della vendita dei diritti tv per la stagione in corso e per le prossima. E Galliani…

È sicuramente una svolta significativa dal punto di vista politico ed economico: per la prima volta dal 2009 i 20 club della nostra massima serie hanno trovato un punto di equilibrio fra le varie parti in causa e hanno definito i parametri di seguire.

Il 2009 è infatti stato l’anno dell’entrata in vigore della Legge Melandri, che introducendo la vendita centralizzata dei diritti televisivi e nuovi criteri di mutualità e redistribuzione delle risorse, aveva adottato un cambiamento epocale nel calcio italiano. Da allora il guaio dei proventi da dividersi come fette di una torta aveva provocato, fra l’altro, la scissione dalla Lega di Serie B, oltre che momenti di tensione a volte forti e accesi fra le varie società di Serie A.

Il tutto seguendo un canovaccio sempre uguale: le sei big in trincea contro i club medio-piccoli. Il risultato alla fine è stato un compromesso, votato da 18 club e valido per una sola stagione: raddoppio del “paracadute” per le squadre retrocesse da 30 a 60 milioni di euro.

Secondo gli accordi raggiunti fra i 20 club della massima serie, in un clima finalmente positivo come sottolineato dallo stesso presidente della Lega Serie A Maurizio Beretta, le tre squadre che vanno in Champions beneficiano del premio Uefa e le ultime tre che si suddividono il paracadute prendono 500mila euro in più a testa rispetto all’anno scorso come tutte le altre.

E poi, in aggiunta, per i club della massima serie che chiudono la stagione dal quarto al diciassettesimo posto ci saranno poco più di un milione di euro a testa in più rispetto al passato. Soldi, soldi, tanti soldi da spartirsi nelle posizioni di prestigio del calcio italiano.

A margine dell’assemblea lo stesso Beretta ha parlato della sua successione alla guida della Lega e delle voci su una possibile elezione di Adriano Galliani: «È una figura molto rappresentativa del mondo del calcio. Un profilo di altissima statura». Ecco dunque che l’ormai ex a.d. rossonero potrebbe addirittura ricoprire il ruolo più autorevole del governo del calcio italiano.

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