Un Clasico, dos cabezas: quelle del Pistolero Suarez e del capitano madri dista Ramos; Barça-Real finisce 1-1, ed è un pari che va benissimo alla Casa Blanca. L’analisi.
Partiamo dalla fine e sempre da lui, il Cesarini del Madrid: Sergio Ramos, “sempre lui, sempre lui!!!”. L’ha urlato Don Fabio Capello nella telecronaca Sky con Stefano Borghi. El hombre del partido è il numero 3 del Real Madrid, colui che con la capocciata al 90’ permette ai Blancos di impattare la rete di Suarez, uscire indenni dal Camp Nou e aggiungere la 33esima perla alla collana di Zidane.
Sono infatti diventate 33 le partite senza sconfitte messe in striscia dal Real di Zizou; il record spagnolo del Real di Beenhakker è a un tiro di spanna, a 34. L’1-1 vale doppio anche per un altro motivo, per questa Liga: il Barça viene ricacciato indietro e il +6 sui blaugrana viene mantenuto. Fra l’altro, con la sconfitta del Siviglia a Granada, i madridistas si avvantaggiano pure sugli andalusi: la Liga può continuare più tranquillamente.
Si diceva di Sergio Ramos: dopo il gol, l’esultanza rabbiosa in faccia ai supporters blaugrana, ha mandato un bacio con soffio a qualche collega avversario. Non si sa chi: ma lo spirito polemico di Sergio resta sempre una delle note caratteristiche del Clasico di Spagna.
Zidane trova dunque conferme da una squadra solida e compatta, con Luka Modric leader incontrastato del centrocampo e vero faro madridista. Non brilla la luce di Benzema, CR7 non marca: ma per ora va bene così.
Dall’altra parte Luis Enrique continua a mostrare i limiti di una squadra troppo dipendente dal trio delle meraviglie: Luis Suarez segna, è vero, ma sia Neymar che Messi sprecano il colpo del definitivo k.o. con errori fuori dal loro comune. E se non segnano loro per il Barça è notte fonda.
Per fortuna dei culé, è almeno tornato Andres Iniesta: il centrocampista più forte del terzo millennio è stato tenuto inizialmente in panchina da Luis Enrique che gli ha preferito il pallido André Gomes. Che è un po’ come paragonare una bottiglietta d’acqua a una sorgente zampillante di freschezza. L’assenza di Iniesta si è fatta notare in queste settimane, il suo rientro ha dato il là a quello che poteva essere un pomeriggio di gloria per tutto il popolo blaugrana. Don Andres resta don Andres; peccato che gli altri per una volta non lo abbiano assistito.
Giù dal podio quindi anche O’Ney e la Pulce: se il Barcellona ha buttato via questo Clasico la colpa è anche la loro.