Sembra giungere all’epilogo la vicenda relativa alla riduzione del numero di corridori che ogni squadra potrà schierare in corsa nel 2017: l’Uci chiude ogni trattativa e dice no alla richiesta dei grandi organizzatori. Ancora un rinvio, ancora un nulla di fatto, per l’ennesima volta.
Ricapitoliamo sin dal principio la questione. Poco più di dieci giorni fa, i tre maggiori ideatori di corsa (Aso, RCS Sport e Flanders Classic) diramano un comunicato in cui si prende la decisione unilaterale di ridurre il numero di atleti ad otto per quanto concerne le grandi corse a tappe e sette per tutte le altre prove già nella stagione entrante.
Due i motivi di fondo dietro la presa di posizione: garantire maggior sicurezza in gruppo rendendo lo stesso meno numeroso e far sì che vi siano meno tatticismi in gara e si possa assistere ad un maggior spettacolo senza addormentare la verve agonistica, come accaduto all’ultimo Tour de France.
Tale decisione non va giù ad alcune squadre (Etixx-Quick Step in particolar modo), lamentanti la tardività con cui si è giunti a tale provvedimento e convinte del rischio di vedere appiedati molti corridori attualmente in organico. In più arriva la prima nota dell’Uci in cui si legge che ogni decisione finale in merito spetta unicamente al Consiglio Direttivo.
Ed oggi proprio l’Unione Ciclistica Internazionale è ancor più chiara e sostiene come non esista alcuna possibilità che si arrivi ad un cambio di regolamento già a partire dal 2017. Il massimo organismo internazionale aggiunge, inoltre, che quello di Aso e RCS era più che altro un invito, un sollecito ad agire per risolvere le due questioni prima citate.
Da Aigle prevale ancora una volta la linea conservatrice, quella che intende agire nell’interesse del ciclismo, ma alla fine finisce per rinviare puntualmente ogni decisione. Così era avvenuto per la tanto discussa riforma del sistema delle categorie (WorldTour e Professional), di fatto rinviata a non prima del 2019, tanto avviene anche in questa circostanza.