In uno stadio desolatamente vuoto Inter-Sparta Praga finisce 2-1: i nerazzurri di Pioli salutano l’Europa League con una vittoria che non scaccia la crisi. Decide Eder.
È l’ex doriano il mattatore della serata in un Meazza desertico, e non solo per la temperatura rigida di Milano: la Nord diserta la curva, su cui campeggia uno striscione che è tutta un programma («Quattro sconfitte in 5 partite… questo è quello che vi meritate per il vostro impegno indecoroso… vergognatevi!!!!»), lo stadio con 4.000 spettatori in totale è praticamente tutto dei 2.500 tifosi dello Sparta arrivati da Praga e già certi del primo posto del girone della loro squadra.
Eder apre ed Eder chiude una partita scialba giocata dall’Inter-2 varata da Stefano Pioli vista le assenze per vari motivi di ben 13 giocatori. Da sottolineare l’esordio a più di un anno dall’infortunio di Andreolli e soprattutto quello assoluto in prima squadra di Pinamonti a 17 anni e mezzo: il baby interista sarà una delle note migliori della serata nerazzurra.
È infatti proprio Pinamonti ad aprire la scatola di San Siro: cross di Miangue, controllo volante del Primavera e servizio per Eder, tiro inizialmente respinto da Koubek sui piedi dello stesso doriano che fa centro.
Nella ripresa Pioli lancia in campo Perisic per Palacio, e il risultato cambia ma a svantaggio dell’Inter: all’11’ Marecek di testa gira sotto la traversa un cross teso proveniente dalla sinistra. I cechi pareggiano, e per i decibel sembra di essere davvero a Praga.
Dieci minuti dopo la squadra di Sloboda potrebbe addirittura ribaltare tutto: Andreolli trattiene Lafata in area, per l’arbitro è rigore. Dal dischetto va Dockal, ma Carrizo si distende a sinistra e devia in corner.
Proprio al 90’ così arriva l’ultimo sussulto dell’Inter in questa disastrosa Europa League: Eder si libera al limite dell’area di Michal Kadlec e segna con un preciso destro. Finisce 2-1: anche in questi tempi di vacche magre, bisogna accontentarsi di vittorie così inutili. Che però almeno possono fare morale.