Sempre lui, ma non solo lui: Juve-Roma finisce 1-0 con la firma, solita, del Pipita Higuain al termine di una partita non bella ma intensa. Bianconeri campioni d’inverno.
ALLEGRI E LA MINIERA DI… PIPITE D’ORO. Juve-Roma si decide col quinto gol stagionale decisivo (decimo totale in campionato) di Gonzalo Higuain. Che inizia a pesare parecchio nell’economia della stagione: dopo il suo ex Napoli, allo Stadium l’argentino castiga pure la seconda forza del campionato, mandandola a +7 e consentendo ai bianconeri di Allegri di prendere il titolo di campione d’inverno.
JUVE? L’APPROCCIO, POI L’AMMINISTRAZIONE. La Juve la vince probabilmente lì, nell’approccio fenomenale del primo quarto d’ora: pressing asfissiante, volume di gioco alto, corsa e dinamismo (tenuto fra l’altro per tutta la partita) con Mandzukic eccezionale come spalla al fianco di Higuain e come terzino aggiunto dal 1’ al 90’.
La Roma patisce l’inferiorità numerica in mezzo con De Rossi e Strootman in difficoltà iniziale. Capitan Futuro becca un giallo al 12’ per fallo, duro, su Pjanic; e due minuti non può affondare il contrasto con Higuain, che gli sradica il pallone, trova il varco giusto, protegge il pallone dalla scivolata ingenua di Manolas e piazza un sinistro fulminante da campione vero. Anche su Juve-Roma il Pipita mette il suo zampino
ROMA? ATTACCO GENEROSO MA CON POCO COSTRUTTO. Dopo essere passata in vantaggio la Juve ripiega indietro e la Roma man mano viene avanti anche solo per inerzia, pur trovando ostruite tutte le linee di passaggio: con Khedira evanescente e Pjanic che galleggia fra le linee e si muove in modo non del tutto convincente, Sturaro e Marchisio fanno diga e i giallorossi si affidano all’energia furente di Nainggolan, migliore in campo dei suoi.
L’occasione più insidiosa per la Roma è una mischia da corner, con Manolas murato da Rugani (fra i migliori in campo) e spazzato da Khedira. L’atteggiamento della Roma convince, la produzione un po’ meno. Anche perché dalle fasce, con un Perotti scialbo, arriva pochino.
CAMBI SÌ, CAMBIAMENTI NO. Nella ripresa Pjanic finisce fuori per infortunio con Allegri che ripiega verso il 4-4-2; Spalletti getta nella mischia Salah per Gerson con cui aveva voluto spiazzare tutti, ma l’egiziano è evidentemente non in forma e non incide.
Le occasioni migliori portano la firma di Sturaro, con Szczesny che per due volte lo ricaccia indietro (da fenomeno la parata sul primo tiro del centrocampista azzurro). Allegri rimanda in campo Barzagli e ripristina il contiano 4-4-2; il tecnico di Certaldo spedisce dentro El Shaarawy per De Rossi, con il Ninja Nainggolan che resta in campo zoppicante ma con la grinta innata del vero guerriero.
LA DIFFERENZA. La Juve lotta sempre, e certe partite non le sbaglia mai. La Roma è viva psicologicamente, specie a guardare i modi in cui ha concluso entrambe le frazioni; manca però la finalizzazione e la rifinitura: se non si accendono Dzeko e le ali i giallorossi sembrano stentare. Ma il campionato è ancora lungo.