Col morale sotto i tacchi, un distacco di 7 punti e una maledizione che continua: Juve-Roma sancisce di nuovo il divario dei giallorossi dai primi. Con qualche mugugno.
GIOCANDO ALLA PARI, MA… Sia chiaro. Il divario tecnico fra le prime due della Serie A non si è vista più di tanto: la Roma ha giocato mettendo sotto pressione la Juve in alcuni frangenti e concludendo entrambe le frazioni in avanti, a parte gli ultimi 30” di match. Il divario vero però ha quattro facce ben precise, che lasciano amarezza e dispiacere fra gli spallettiani…
DIVARIO FISICO. Lo strapotere muscolare della Juventus, con quell’approccio arrembante nei primi 15’, ha spezzato le reni a una Roma troppo fragile per uscire subito dal guscio. Dopo la bomba del Pipita i capitolini hanno patito per inerzia la foga juventina, ma hanno poi cominciato a farsi vedere dalle parti di Buffon. Le grandi occasioni però non sono arrivate: appena un paio di mischie su calcio d’angolo, un tiro di Perotti e poco altro. Vuoi per la mancanza di condizione del subentrato Salah – uno che poteva spaccare la partita – e degli altri Bruno Peres ed El Shaarawy, vuoi per la partita mostruosa giocata in difesa da Rugani, che ha annullato l’ariete Dzeko.
DIVARI PERSONALI. I duelli personali sono stati tutti persi: in primis quello fra Higuain e Dzeko (inutile parlarne, tanta è l’evidenza); a centrocampo Sturaro ha annullato Strootman; Gerson si è dimostrato troppo acerbo sulla fascia e Nainggolan, vero motore onnipresente della squadra giallorossa, non ha potuto far nulla davanti a una squadra muscolarmente più tonica nonostante una gara ugualmente mostruosa seppur zoppicante a un certo punto. Gli stessi cambi in corso d’opera, con i subentri per gli infortunati De Rossi e Manolas, non hanno sortito effetto. Spalletti ha un 50% delle colpe forse, l’altra è da additare a un mix di sfortuna e distanza dai bianconeri.
DIVARIO MATEMATICO. L’altro gap fra la Vecchia Signora e la Lupa romanista prende contorni pesanti andando a guardare i numeri di questo duello. Il numero è impietoso è il sette: in 7 precedenti allo Stadium la Roma ha rimediato 7 sconfitte; ora in questa Serie A la distanza dalla capolista è di 7 lunghezze. Per lo scudetto la corsa è lunga, ma l’impressione che la squadra di Spalletti sia un’eterna seconda, anche per i meriti bianconeri, può anche affiorare.
DIVARIO PSICOLOGICO. Szczesny a fine gara ha rimproverato il resto del gruppo: non si può giocare da ragazzini contro la Juve, che ha una mentalità nettamente superiore. Su quello Spalletti dovrà lavorare per dare continuità alla sua Roma e sperare ancora nella lotta-scudetto.