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Nicolò Martinenghi. Foto: @FINOfficial_

Martinenghi, il volto nuovo del nuoto azzurro

Spunta un volto nuovo nel panorama del nuoto azzurro: è quello di Nicolò Martinenghi, esploso in occasione dei recenti Campionati Italiani Assoluti Invernali.

Diciassettenne di Varese, ha stupito tutti a Riccione con due titoli e soprattutto due straordinarie prestazioni cronometriche. Il primo giorno è stata la volta dei 100 rana, nuotati in 59″86 valsi il record del mondo juniores e la quarta prestazione italiana di tutti i tempi. La giornata successiva, invece, è stata la volta dei 50 rana, nuotati in 27″32 che rappresentano il primato europeo juniores.

Risultati di assoluto spessore, che rendono Martinenghi uno dei più attesi della stagione 2017, quella che culminerà con i Mondiali di Budapest della prossima estate. Da dichiarazioni rilasciate ai media in seguito a tali successi, il giovane lombardo dimostra di saper stare con i piedi ben impiantati a terra e, pur mostrandosi certamente “felice” per quanto fatto, lascia trapelare un pizzico di stupore di fronte a riferimenti cronometrici che si aspettava buoni, ma non tanto buoni.

Constatando come l’obiettivo per ogni ranista sia quello di scendere sotto il minuto nei 100, che rappresenta “l’eccellenza di questa specialità”, sa benissimo che i titoli italiani raggiunti non rappresentano che un semplice punto di partenza, anziché un traguardo della carriera.

Tante, troppe volte è accaduto in Italia di vedere all’opera talenti cristallini nelle categorie giovanili, poi dispersi nel corso degli anni. Tale discorso riguarda il nostro movimento natatorio, ma non solo. Sarà assolutamente indispensabile, perciò, una gestione oculata dell’atleta, perché l’Italia non può permettersi di sciupare per l’ennesima volta occasioni tanto ghiotte di veder primeggiare un suo rappresentante a livello internazionale.

Diamo tempo a Martinenghi di crescere del suo passo, dunque, per beneficiarne poi in futuro. La rana azzurra può tornare di nuovo grande dopo i meravigliosi allori conquistati da Domenico Fioravanti (due ori olimpici) e, qualche anno dopo, da Fabio Scozzoli (oro mondiale), che ora sente sempre più vacillare il primato di questa specialità.

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