Il tecnico della Nazionale parla delle ambizioni degli Azzurri nella tradizionale conferenza di fine anno: «il mio augurio è che l’Italia vinca ai Mondiali».
Il commissario tecnico azzurro tira dunque le conclusioni dei suoi primi mesi di incarico, tracciando il bilancio e proiettandosi verso gli obiettivi della prossima annata.
Certo, il tecnico ligure ha ereditato anche a detta sua la Nazionale più vecchia degli ultimi 30 anni, ma il ricambio generazionale si è finalmente attivato, tenendo fede a quello zoccolo duro che per Ventura deve essere alla base del progetto Nazionale: «Abbiamo uno zoccolo duro importante, ma ho cercato quegli elementi che potevano un giorno rendersi utili, ho convocato 22 giocatori e li voglio portare avanti», ha proseguito l’ex allenatore del Torino, riferendosi allo stage di novembre organizzato per aiutare i giovani all’inserimento in azzurro.
Tanti i nomi messi nel taccuino da Ventura, da Gagliardini a Caprari e Lapadula, che avranno ancora altre possibilità per mettersi in mostra davanti a lui. L’idea infatti è quella di convocarli ancora sempre attraverso la formula dello stage e lavorando in maniera molto intensa, per poi disputare due-tre partite amichevoli internazionali.
A chi gli chiede che voto darebbe alla Nazionale, il c.t. azzurro ha risposto così: «Come voto alla Nazionale per adesso darei ampia sufficienza per i risultati (con un sorriso nel momento in cui parla di Barzagli, Bonucci e Chiellini, ndr), ma per tutto il resto c’è ancora molto da lavorare» ha continuato l’ex allenatore del Torino. «L’obiettivo primario è che ci vada con una squadra impregnata di giocatori che non siano di passaggio, ma inizino a lavorare per essere lo zoccolo duro per il futuro. L’auspicio è che sia l’inizio di qualcosa importante, quanto importante lo dirà il campo. L’augurio è che l’Italia vada ai Mondiali e li vinca».
Poi il discorso ruota, come sempre accade, sull’escluso eccellente del progetto azzurro che già fu di Conte e ora è di Ventura: «Balotelli? Avrò un colloquio con lui, assolutamente sì. Non discuto le qualità del giocatore. (…) Quando la forza di una squadra è la squadra, è evidente che chi non è abituato a farlo deve farsi domande, se è in grado di farlo o se vuole, ed è una cosa riferita a tutti i calciatori. (…) Dopo il colloquio, Mario si farà delle domande e si darà delle risposte», ha commentato infine Ventura.