Il 2016 rimarrà memorabile per l’ Italvolley maschile. La cavalcata della Nazionale di Blengini a Rio 2016 è stata un’impresa bellissima che lascerà una scia duratura.
L’ATTACCAMENTO AL TRICOLORE DI UN INTERO PAESE. L’esperienza brasiliana di Birarelli, Zaytsev e co. è servita in primis a una cosa: grazie ai loro aces, alle loro schiacciate, alle loro lotte a muro punto a punto gli azzurri allenati da Chicco Blengini e seguiti da uno staff eccezionale hanno fatto ri-appassionare milioni di italiani che avevano lasciato la pallavolo in gattabuia considerandola come uno sport di Serie B. Grazie a Rio 2016 il volley nostrano ha rivissuto un’impennata mediatica che non si vedeva da tantissimi anni: anche queste, in piccolo, sono grandi soddisfazioni.
ARGENTO OLIMPICO SÌ, OPPURE UN NON ORO? La nostra Italvolley al maschile è sbarcata in patria riportando un argento pesantissimo al collo, impensabile solo riavvolgendo il nastro all’estate 2015 quando il caos seguito alla cacciata di 4 pallavolisti durante la Final Six di World League a Rio scatenò polemiche a non finire che provocarono le dimissioni del c.t. Mauro Berruto.
In un anno il suo successore Gianlorenzo ‘Chicco’ Blengini è riuscito nel miracolo: rifondare gruppo e motivazioni azzurre e portare i ragazzi tricolore a giocarsi un’Olimpiade mostruosa, con quell’oro sfuggito solo a tanto così dalla consacrazione nella finale iridata al Maracanazinho contro un Brasile tutt’altro che imbattibile.
Forse è questo il rammarico che resta a Birarelli e compagni: non aver raggiunto quell’oro olimpico che già sfuggì alla generazione dei Fenomeni ad Atlanta 1996. Un tabù dorato che l’Italia del volley maschile non riesce proprio a scrollarsi di dosso.
D’altronde, dopo un girone letteralmente dominato asfaltando Francia, USA e proprio il Brasile e la leggendaria semifinale vinta contro gli USA, rimontando dall’1-2 1 e 19-22 quando ormai eravamo con le spalle al muro, parlano da sé: quella serie al servizio di Ivan Zaytsev, con il filotto di aces già consegnato alle cineteche mondiali, è stata secondo molti una delle più grandi emozioni sportive dell’a.d. 2016.
Un risultato sbalorditivo che per lo Zar, capitan Lele, Buti e Juantorena, Lanza e Giannelli, Colaci e Rossini, Antonov e Piano, Vettori e Sottile meritava senz’altro miglior epilogo, per l’abnegazione il sacrificio e le emozioni che l’Italvolley ha regalato, a noi e a tutta la platea mondiale.
SPERANZE & AUGURI PER IL FUTURO. La speranza e l’augurio per il 2017 è che l’argento olimpico di Rio 2016 sia stato un punto di partenza: ora gli azzurri devono vincere qualcosa perché il trionfo manca dagli Europei 2005. In primis ci sono gli Europei 2017, poi i Mondiali 2018 e le Olimpiadi di Tokyo 2020. L’Italia deve vincere qualcosa, per forza, per scrollarsi di dosso la patente di grande incompiuta.