Anno nuovo, avventura nuova. Vincenzo Nibali lascia la Astana dopo quattro stagioni e si accinge ad intraprendere un nuovo percorso della sua carriera, quello in maglia Bahrain-Merida.
L’orgoglio di avere un progetto triennale incentrato attorno di sé costituisce un grande stimolo per il siciliano, che a 31 anni e con quattro Grandi Giri in tasca vuole incrementare il suo già ricco palmares. Sa di essere all’apice della sua carriera, lo Squalo, e vuole dimostrarlo sin da subito agli ordini dello sceicco Al Khalifa e del general manager Brent Copeland.
Hanno creduto in lui, i due responsabili del nuovo team WorldTour; l’hanno convinto a sposare la causa mediorientale rifiutando le altre offerte – non soltanto la Trek-Segafredo, assicura il campione azzurro – e hanno costruito proprio su di lui una squadra competitiva, in grado di supportarlo verso la conquista dei grandi obiettivi prefissati.
Il primo di questi è rappresentato dal Giro d’Italia 2017, il Giro 100: sarà al via della Sardegna da campione uscente e correrà per tre settimane con il sogno di conquistare la terza maglia rosa dopo quelle del 2013 e del 2016. Sarebbe cosa storica il tris, dal momento che hanno raggiunto tale traguardo campioni del calibro di Felice Gimondi ed Alfredo Binda: “Simboli di un altro ciclismo”, osserva Nibali, spiegando come non sia “mai riuscito a capire” fino in fondo quello sport così lontano da tutti i punti di vista dal ciclismo attuale.
Il prossimo maggio transiterà anche davanti casa, nella sua Sicilia, proprio laddove sarà posto il primo arrivo in salita sull’Etna-Rifugio Sapienza. Ma il messinese invita a restare calmi e procedere passo dopo passo, volendo in primis conoscere a fondo i suoi nuovi compagni di squadra. Alcuni di loro rappresentano dei volti a lui molto noti: si va dal sempre fido Valerio Agnoli agli ex compagni in Liquigas Enrico Gasparotto e Franco Pellizotti fino al fratellino Antonio, che si ricongiungerà con Vincenzo per formare una grande coppia al pari dei fratelli Peter e Juraj Sagan in maglia Bora-Hansgrohe.
È convinto di poter correre ancora quattro anni ad alto livello: cercherà di vincere in maglia Bahrain-Merida, ma anche con la divisa azzurra, che sente convintamente sua e con la quale vuole togliersi delle soddisfazioni cancellando la delusione delle Olimpiadi di Rio.