Il big match della 23ª di Serie A parla bianconero: la Juve stende l’Inter 1-0 con un missile di Cuadrado e allunga di nuovo verso il 6° scudetto di fila.
Ennesima prova da grande squadra della Signora targata Allegri: lucida e a testa bassa a colpire l’Inter in un primo tempo di grandissima intensità da ambo le parti; razionale nell’amministrare il vantaggio nel secondo tempo – sfiorando più volte il raddoppio. All’Inter di Pioli va comunque l’onore delle armi: venire a giocarsela a Torino come hanno fatto i nerazzurri dimostra la bontà e il cambio di valori che il tecnico emiliano è riuscito a portare, e con questa ricetta Icardi e compagni potranno ancora lottare per la Champions.
Come detto i primi 45’ sono stati di rara intensità, e per meriti di entrambe le squadre schierate con due 4-2-3-1 perfetti per garantire spettacolo ed emozioni: 4-3 il conto delle occasioni con due legni juventini (Dybala con un sinistro a giro che avrebbe fatto venir giù lo Stadium; Pjanic su calcio di punizione e con la deviazione, decisiva, di Handanovic) e tanta qualità anche da parte interista, specie nella seconda parte della prima frazione, con Gagliardini generoso anche sottoporta e Icardi e Joao Mario a mettere i brividi a Buffon e compagnia.
Poi, al 45’, il siluro colombiano che ha squarciato il match: sul calcio d’angolo susseguente alla punizione di Pjanic, la palla arrivava a Cuadrado che indovinava un missile terra aria su cui Handanovic non poteva nulla. 1-0 Juve e per l’Inter tutto da rifare.
Nella ripresa non capitavano occasioni pulite dalle parti di Buffon, a parte tre contropiede mal sfruttati o non rifiniti soprattutto da Eder e Perisic. Anzi, era Handanovic a dover salvare ancora su Pjanic in spaccata, sulla botta sul primo palo di Higuain e sulla zuccata di Mandzukic. Nel “butta la palla e prega” finale nell’area juventina, nervi e scintille: ne ha fatto le spese Ivan Perisic, allontanato da Rizzoli col rosso.
La Juve continua la sua corsa forsennata verso il 6° scudetto consecutivo, che potrebbe essere anche quello delle “5 stelle in campo”; l’Inter torna a casa sconfitta, sì, ma con la convinzione di essere sulla strada giusta della maturazione.