Sembrano lontani anni luce gli hooligans, le squadre inglesi come comparsa in Europa ed una frontiera quasi chiusa ad i grandi protagonisti del calcio mondiale, che si trattasse di giocatori o allenatori. Oggi la Premier League è senza ombra di dubbio il campionato più potente, ricco, spettacolare ed avvincente del mondo. Una forza dimostrata in ogni campo, non può che essere frutto di una programmazione lungimirante e figlia di un momento buio attraversato dal calcio inglese, da cui ha saputo ripartire con orgoglio e prosperità sotto ogni punta di vista. E se anche la squadra ultima in classifica della Premier League (Sunderland) ha avuto la forza di spendere oltre 37 milioni di euro sul mercato, si capisce quanto grande sia il potere economico di questo campionato.
La stagione in corso ha senza dubbio segnato la definitiva consacrazione della Premier League anche dal punto di vista manageriale, con l’avvento di Guardiola al City e Conte al Chelsea, preceduti di qualche mese da Klopp al Liverpool. Un campionato diventato un dream team delle panchine, con Mourinho passato allo United ed i già presenti, nonché ottimi manager, Pochettino al Tottenham e Wenger all’Arsenal. Proprio questi sei club, come prevedibile, dominano le prime sei posizioni della Premier League, con il Chelsea che ha ben nove punti di vantaggio sulle inseguitrici. Il paradosso è che i blues sono proprio la squadra che tra queste ha speso meno, trovando nel tecnico ex Juventus il valore aggiunto capace di approfittare anche di una stagione senza impegni europei.
Un campionato che nel periodo di maggior splendore e benessere ha dato al mondo la storia sportiva più bella degli ultimi decenni, quella del Leicester di Ranieri, dimostrando come sia diventato al tempo stesso un campionato equilibrato e capace di regalare sorprese in ogni match. Un tratto, tempo fa, distintivo e tipico della Serie A: soprattutto per questo ha per anni avuto l’etichetta di campionato più difficile e bello del mondo. Oggi la forza economica praticamente di tutti i 20 club della Premier League rende ogni match godibile anche agli spettatori di altri Paese, che possono gustarsi match con talenti e campioni affermati anche fra squadre non di prima fascia. Il tutto, con un contorno unico al mondo.
Ebbene sì, perché la meraviglia del calcio inglese inizia dagli spalti, a due metri dal prato vedere. Stadi pieni, clima da bolgia ma praticamente mai un’incidente o invasione. Anche il tecnico della prima in classifica può gettarsi liberamente fra i tifosi senza che ciò scateni alcun tipo di problema. Una meraviglia, oggi, possibile solo oltre manica e che pone la Premier in testa per capienza media in proporzione alla grandezza degli stadi. Un calcio cresciuto tantissimo tatticamente, grazie all’avvento di tecnici stranieri ed in particolar modo italiani, ai quali si è aggiunto Mazzarri quest’anno: è infatti solo il quarto campionato per media gol prendendo in esame i maggiori campionati europei.
Le squadre inglese devono compiere l’ultimo passo, riuscire ad interrompere l’egemonia delle squadre spagnole in Europa. In Champions, Leicester a parte, è il City ad avere le maggiori chance di riuscirci nonostante un’annata non esaltante per Guardiola ed un sorteggio col Psg complicato. Lo è ancor di più per l’Arsenal che sfiderà il Barça. In Europa League invece le chance crescono a dismisura con United e Tottenham a caccia del trofeo che ha forse nella Roma una delle poche capaci di interrompere il loro cammino.
Il discorso resta invece diverso, come da oltre 50 anni, per quanto riguarda la Nazionale. Nemmeno Capello ha saputo portare in auge una selezione che mai nella storia è riuscita a replicare i risultati dei club, neanche negli ultimi gloriosi 20 anni.