È una Juventus senza pietà, quella che allo Stadium stende pure il Palermo con un sonoro 4-1: in gol Marchisio, Higuain e due volte Dybala. Ora c’è il Porto.
Famelica, anche se superficiale. Il risultato finale infatti è bugiardo e non rende troppa giustizia ai rosanero di Diego Lopez, venuti a Torino comunque per giocarsela nonostante il distacco abissale e capaci di tenere testa finché hanno potuto alla corazzata di Allegri.
I valori tecnici e il divario fisico però sono venuti fuori: senza pietà la Signora ha messo la freccia e schiaffeggiato i siciliani, cui va comunque l’onore delle armi col gol della bandiera di Chochev in pieno recupero, che ha anche il merito di macchiare l’inviolabilità della Juve che in campionato durava da Firenze.
La copertina della serata è tutta dell’ex palermitano più famoso in campo. Paulo Dybala, un palo su punizione al 5’ e una doppietta esemplare tutta mancina: prima su punizione magistrale al 40’ poi su assist regale e molto interessante di un inedito Higuain versione assistman. La Joya ha segnato rispettivamente il secondo e quarto gol della serata bianconera. Del Principino Marchisio e del solito inconfondibile Pipita, su assist dello stesso Dybala, l’1 e il 3-0. Insomma, in vista della trasferta di Oporto c’è di che star tranquilli.
Prima occasione della serata costruita da Sturaro, in campo non nel centrocampo privo di Pjanic ma addirittura sulla trequarti insieme a Pjaca e Dybala: l’ex Genoa conquista la punizione che il folletto argentino, l’ex Picciriddu del Barbera, manda a sbattere dolcemente sul palo.
Il gol però arriva inequivocabile al 13’: il calcio da fermo lo batte Dani Alves, Posavec respinge il Pipita e, alla fine, Claudio Marchisio rivede il gol in A che mancava da metà 2015, proprio contro quel Palermo con cui ha giocato l’ultima partita prima del serio infortunio al ginocchio che gli ha fatto saltare Euro 2016. C’è tempo per una paratona di Buffon su Nestorovski e per un recupero di Asamoah su bizzarria di Alves, poi Allegri decide di scardinare ulteriormente la difesa palermitana inventandosi Pjaca ala sinistra.
La scelta paga perché il croato, fino a quel momento svagato, comincia a fintare e controfintare e a far sentire tutta la sua caratura tecnica. Dall’altra parte dell’attacco bianconero poi c’è un tizio chiamato Paulo Dybala; anche se a destra la Joya si accende e lo fa nel modo migliore: al 40’ la punizione del 2-0 (senza esultanza perché per lui la Sicilia è ancora questione di cuore) è il messaggio più bello mandato a tutto lo Stadium.
Dopo l’intervallo si torna col rientrante Lemina al posto di Khedira. I rosanero ci mettono tanta buona volontà (generoso anche se ancora acerbo soprattutto Balogh) ma devono nuovamente inchinarsi al 63’: assist meraviglioso di Dybala e Higuain segna con un tocco morbido morbido fotocopiando il primo gol di domenica scorsa a Cagliari. sarebbe da mandare in loop negli schermi di Porto.
Ha la sua chance pure Cuadrado, sempre su magia della Joya, ma il colombiano cincischia troppo anziché concludere. Poi lo Stadium resta in apnea per l’incidente a Posavec: nel tentativo di anticipare Higuaín, Goldaniga si scontra con lui. Il portiere rosanero rimane immobile a terra per qualche istante e si teme davvero il peggio, vedendo i compagni che provano a muovere il suo corpo esanime. Poi dopo l’intervento dello staff medico il portiere sloveno si rialza sulle sue gambe e lo stadio lo ricopre giustamente di applausi di incoraggiamento.
Il poker di questa Juve a trazione ultraoffensiva arriva comunque con l’HD che per una volta si scambia i ruoli: Higuain si veste da uomo assist e ricambia il favore al compagno di reparto e di nazionale, rubando palla sulla trequarti dopo un disimpegno sbagliato dei rosanero, resistendo al contrasto a due e imbeccando l’accorrente argentino di tacco. 4-0 senza storie, solo macchiato dal regalino offerto dalla Juventus già imbarcata per Oporto in pieno recupero, col colpo di testa sotto porta di Chochev. Ora testa e valigie a Caselle per ripartire alla volta della Champions.