Il posticipo per l’Europa di Serie A ha emesso la sua sentenza: Milan batte Fiorentina 2-1 e resta aggrappato con le unghie e con i denti al treno delle Coppe.
Questo Diavolo all’arrembaggio: se i rossoneri dopo 25 giornate di Serie A sono ancora lì a lottarsela per l’Europa League con una squadra semi-rabberciata e una Supercoppa Italiana messa nella pancia, tanto lo devono alla capacità di sofferenza e al carattere mostrati spesso in questa stagione.
L’ultima decina di giorni in rossonero è un esempio che sintetizza perfettamente la stagione rossonera: col Bologna in 11 contro 9 sembrava essere un’ecatombe, prima che Deulofeu inventasse e Pasalic segnasse l’insperato punto della vittoria; contro la Lazio sofferenza tremenda per tutto il match e nuova invenzione stavolta di Sosa. Ieri in primis il gol di Kucka, subito rintuzzato da Kalinic; e in secundis, soprattutto, la prima gioia italiano dello spagnolo in prestito dall’Everton.
Una nota dolcissima, nella notte di San Siro: il canterano blaugrana Gerard ha finalmente trovato il gol, giusta coronazione di un periodo di crescita esponenziale che lo ha portato a conquistare il cuore del tifo rossonero in men che non si dica.
La rincorsa all’Atalanta e alla Lazio, pur se fra cento segnali distorti (la mancanza di continuità nell’arco dei 90’), può continuare: magari con un Bacca che torni finalmente a segnare cancellando questi giorni di pigrizia. Montella però può dirlo: il suo Milan senza tiki taka e con tanto fisico e cuore continua a spingersi avanti e si aggrappa con le unghie e con i denti a tutti gli avversari.
La Fiorentina di Paulo Sousa invece si rimangia il successo di Europa League e scende dal vagone europeo. È vero, i viola hanno pagato e non poco la stanchezza dopo la trasferta di Monchengladbach e l’assenza dello squalificato Bernardeschi, ultimamente vero valore aggiunto della squadra di Sousa.
Il grande peccato dei toscani è la discontinuità: prove come quella magistrale contro la Juve si sono viste col contagocce anche quest’anno, comunque sempre troppo poco per ambire all’Europa League. Se vorrà rigiocarla l’anno prossimo alla Viola forse non resta che vincerla quest’anno: arrivare a Stoccolma e trionfare. Ma quello è un altro discorso dalla Serie A.