“Sono stupito di me stesso, non pensavo di andare a Melbourne e di vincere gli Australian Open e poi di recarmi a Indian Wells e vincere il BNP Paribas Open”. Questo, in sintesi, il Roger-pensiero. Ma come essere meravigliati di fronte ad un campione senza tempo, che non sente il peso degli anni che passano e continua a regalarci prodezze fantastiche? Roger Federer conquista il primo Masters 1000 della stagione e porta a casa il trofeo numero 90 della sua formidabile carriera.
Come accaduto in occasione del primo Slam stagionale, batte due grandi del circuito sulla strada che lo porta al successo finale: a parti invertite, Rafael Nadal e Stanislas Wawrinka. È proprio il derby svizzero l’ultimo atto del torneo disputato sul cemento californiano, quello che per molti equivarrebbe al quinto Slam. Impiega poco più di un’ora, Roger, per battere il connazionale con il punteggio di 64 75.
Poco più di un’ora per arrivare alla cinquina a Indian Wells, uno tra i tornei più fecondi nella carriera dell’asso di Basilea: dopo aver già vinto nel 2004, 2005, 2006 e 2012, e dopo aver perso in finale nel 2014 e nel 2015 da Djokovic, ecco la vittoria numero 5 che gli permette di risalire nuovamente, dopo un anno difficile, lì in alto dove meriterebbe sempre di restare. Ora è il numero sei al mondo.
Si diceva titolo numero 90. Ebbene, si, cifra tonda raggiunta da FedExpress: novanta tornei in cascina su 138 finali disputate, nonché venticinquesimo Masters 1000. E ora? Ora cambiano i piani stagionali, ammette candidamente il vincitore dopo aver concluso l’incontro. Nei programmi iniziali c’era l’obiettivo di arrivare tra i primi otto del ranking atp in vista di Wimbledon; ora siamo solo a marzo e quell’obiettivo è già raggiunto con due tornei di altissimo livello. E siccome l’appetito vien mangiando, ecco che arriva subito il secondo 1000, quello di Miami: non avrebbe dovuto esserci, ma sarà di nuovo subito in campo Federer per capire fin dove riuscirà a spingersi.