Alla vigilia dell’amichevole con l’Olanda il c.t. della Nazionale è tornato sull’ultima polemica legata a Barzagli: stupito, ma niente di concordato.
A poche ore dall’amichevole di lusso di Amsterdam contro gli Oranjes il commissario tecnico degli Azzurri si è espresso sulla polemica degli ultimi giorni, quella legata al ritorno a casa anticipato di Andrea Barzagli e su una foto del difensore finita poi nel mirino dei social network.
«Barzagli è un professionista serio per antonomasia. Mi ha esposto delle serie problematiche personali, mi aveva detto che aveva dei problemi a casa con la moglie. Abbiamo deciso di andargli incontro. È venuto perché c’era la partita con l’Albania, che era importante, poi mi ha chiesto di essere esentato. Ho affrontato il problema con il gruppo che ha preso atto delle difficoltà del giocatore e abbiamo deciso di venirgli incontro. Quello che è successo dopo mi ha stupito, la foto come tutto quello che ne è conseguito. Però quando esci da Coverciano, quello che fai non mi riguarda più e mi hanno spiegato. Non ho concordato nulla, neanche con la Juventus. Se li avessi sentiti, sarebbe caduto qualsiasi senso della Nazionale».
Ventura ha poi risposto a tono alle critiche mosse da Arrigo Sacchi, sottolineando il fatto di aver provato due sensazioni davanti alle parole dell’ex allenatore di Milan e Nazionale: «Delusione e curiosità. La delusione è perché ho considerato Sacchi un punto di riferimento per il calcio e vorrei che lo restasse. Curiosità, invece, perché leggendo tutte le cose scritte, mi sono fatto dare le prime due partite dell’Italia ai Mondiali del 1994. In Italia-Irlanda il primo tiro è stato fatto al 70’ e in Italia-Messico, bah, basta vederla. Si è confuso, forse le cose che ha scritto si riferivano al Milan. Un pizzico di riflessione in più aiuterebbe a rimanere quel punto di riferimento che si è diventati grazie al lavoro».
Infine ovviamente le considerazioni pre-gara in vista dell’amichevole, comunque prestigiosa, contro l’Olanda: in quell’Amsterdam Arena che evoca a tutti gli appassionati italiani ricordi dolcissimi, legati alla semifinale di Euro 2000 vinta dalla Nazionale azzurra allora allenata da Dino Zoff proprio contro gli Arancioni olandesi: «È un’occasione per verificare la bontà del nostro lavoro, per capire quanto c’è ancora da fare e se ha un senso quanto fatto sinora. Troviamo un avversario che ha qualità e che cerca una riscossa, possiamo capire chi siamo e cosa vogliamo. I giovani? Siamo consapevoli di ciò che stiamo facendo. Per me non conta l’età. Devono giocare i giovani che sanno giocare e hanno i mezzi per farlo. Dobbiamo soltanto dargli tempo di capire, crescere e dimostrare. Soltanto così possiamo costruire una Nazionale forte».