L’Italia chiude la parentesi-Nazionale con un’altra vittoria, di prestigio, contro la disastrata Olanda: ad Amsterdam rimonta con Eder e Bonucci. Tante note positive.
La serata nella capitale olandese conferma l’ottima tradizione positiva azzurra contro gli Oranjes negli anni duemila e il buonissimo trend da c.t. di Ventura, finora con la fedina sportiva immacolata dati le 5 vittorie e i 2 pari. Da novembre 2011 l’Italia non vinceva un’amichevole in trasferta: allora fu in Polonia, oggi nei Paesi Bassi, contro una nazionale che certo è ciò che di più lontano esiste dall’Arancia Meccanica di Cruyff e co. ma resta pur sempre una nazionale blasonata.
Come dimostrano, fra gli altri, i papabili alla panchina lasciata vuota da Danny Blind dopo l’esonero e tenuta ad interim da Fred Grim. In tribuna ci sono infatti Van Gaal, Capello, Gullit e Seedorf. Francamente però sono questioni che gli Oranjes dovranno vedersi da soli.
A noi interessa altro. E quest’altro è tutto l’elenco di segnali positivi che Ventura rimette in valigia per tornare a casa.
Sì, perché l’Italia va sotto intorno al 10’ con una rete olandese a dir poco fortunosa. La costruisce l’ala Promes, che in collaborazione con Klaassen fa triangolo e crossa basso, Bonucci devia facendo carambolare su Romagnoli che sfortunatamente insacca Donnarumma per il vantaggio dei padroni di casa.
La Nazionale però non si scompone e si rimette in sesto dopo poco più di un minuto: il rinvio di testa corto di Hoedt è un gentile omaggio, il diagonale di Eder e preciso e letale. Il collega di reparto Immobile per una sera sfigura (sostituito poi al 52’ da Belotti) e a quel punto un difensore si traveste da goleador.
Il 2-1 infatti lo marca Leonardo Bonucci sugli sviluppi di un corner battuto da Verratti: Parolo colpisce di testa, Zoet para ma lascia la palla lì e il difensore juventino è il più lesto di tutti nel gonfiare la rete (i gol in Nazionale per lui sono dunque 5).
Una volta trovato il vantaggio l’Italia si riadagia sui ritmi non forsennati dell’Olanda, lontana parente di quella degli Sneijder, dei Van Persie e dei Van De Vaart. Verratti paga male la nuova posizione di trequartista, De Rossi esce per infortunio (una brutta tegola, che però fa debuttare in Nazionale l’interista Gagliardini) e la difesa a tre non sembra quella granitica che servirà avere nelle partite di cartello, ma Ventura può sorridere poi nel secondo tempo godendosi l’ingresso con debutto di nuovi interpreti in azzurro.
Oltre a Gaglia, nel secondo tempo c’è spazio per altri quattro ragazzi più lo stagionato: dentro infatti vanno Spinazzola e Petagna (che spinta l’esterno atalantino!), l’altro interista D’Ambrosio e il bolognese Verdi. L’Italia chiude in leggero affanno per l’ingresso di Wes Snejider, che fa capire all’Olanda come non si possa prescindere da uno come lui. Gigio Donnarumma, al debutto dal 1′ e in campo per tutti i 94’, è però impeccabile in entrambe le occasioni con due paratone nelle sue corde. L’Italia di Ventura, per tutti questi motivi, funziona e può pensare fiduciosa al futuro.