Il Giro d’Italia 2017 può finalmente tirare il fiato dopo due giornate cariche di suspence. Le tappe numero 12 e 13, infatti, si preannunciano piuttosto tranquille e permettono di concentrare le energie in vista di un finale di corsa che poi non concederà più tregua. Si comincia con la lunghissima Forlì-Reggio Emilia, di 229 km, in programma giovedì 18 maggio.
Forlì ha già ospitato la partenza per nove volte: 1925 (Girardengo), 1928 (Binda), 1930 (Guerra), 1937 (Bini), 1939 (Servadei), 1960 (Van Looy, Bel), 1977 (Maertens, Bel), 2006 (McEwen, Aus), 2015 (Boem). Reggio Emilia, invece, per cinque volte è stata scelta sede d’arrivo: 1927 (Binda), 1947 (Maggini), 1966 (Zandegù), 1983 (Segersall, Swe), 2001 (Caucchioli).
È la prima parte del percorso quella che presenta le maggiori insidie: dopo lo start, si attraversa Faenza (città natale del commissario tecnico della nazionale italiana Davide Cassani) e si comincia lentamente a salire verso il Gran Premio della Montagna di Colla di Casaglia (2^ categoria), con vetta dopo 63 km percorsi.
Giunti in cima e affrontata la successiva discesa che conduce al primo traguardo volante di Barberino del Mugello, ecco immediato il secondo GPM che conduce a Valico Appenninico (3^ categoria). Siamo a soli 110 di corsa e, eccetto un ulteriore strappo in corrispondenza dello svincolo di Rioveggio, si procede su strada completamente pianeggiante fino al traguardo, attraversando le località di Sasso Marconi (secondo traguardo volante), Casalecchio di Reno, Zola Predosa, Castelfranco Emilia, Modena, Cittanova e Rubiera.
A meno che non arrivi una fuga, sarà il festival dei velocisti: gli uomini jet si contenderanno lo sprint che vale il successo parziale. Chi la spunterà, stavolta, tra Fernando Gaviria (Quick Step Floors), Andre Greipel (Lotto Soudal), Caleb Ewan (Orica-Scott) e Sam Bennett (Bora-Hansgrohe)?
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