Monaco-Borussia Dortmund, Champions League. Twitter

Sorteggi Champions, per la Juventus ecco il Monaco: la meglio gioventù di Francia

L’ostacolo per la Juventus verso Cardiff si chiama Monaco: la squadra di Leonardo Jardim ha talento da vendere e un calcio offensivo che è uno spettacolo.

Non ha certo il blasone della Vecchia Signora né quello delle squadre di Madrid, visto che mancava dalla Top 4 del Vecchio Continente da un po’ di tempo – tredici anni: sconfitta in finale a Gelsenkirchen contro il Porto di Mourinho – eppure, se il Monaco è tornato lì in una semifinale di Champions, se l’è meritato eccome.

Girone con Tottenham, CSKA Mosca e Bayer Leverkusen letteralmente dominato; City agli ottavi e Dortmund ai quarti messe in fila a suon di gol (ben 6 ciascuna) e ora l’occasione di entrare nell’Olimpo degli dei dalla porta principale, quella rappresentata dalla finale di Cardiff. La squadra del Principato che sfiderà la Juventus ci proverà senza timori reverenziali perché, come sottolineato dagli stessi dirigenti Nedved e Giuly «non ha più niente da perdere» e a questo punto si può davvero sognare.

Anche perché i numeri danno ulteriore motivazione e fiducia nei propri mezzi ai terribili ragazzi di Leonardo Jardim: l’armata anni Novanta che batte bandiera biancorossa è l’unica, proprio insieme alla Juventus, a essere ancora in odor di triplete; ma soprattutto ha già segnato qualcosa come 141 gol fra Ligue 1, Coppa di Francia e Champions League.

I nomi più altisonanti sono chiaramente quelli di Radamel Falcao e Kylian Mbappé: “il vecchio e il nuovo” nel parco del pallone monegasco. 31anni il Tigre colombiano con un rendimento tornato costante dopo alcune annate difficili; 18 anni il francese che finora nelle 4 uscite a eliminazione diretta in Champions ha segnato già qualcosa come 5 gol.

Chiaro però che per e con due terminali offensivi così, se il Monaco segna tanto, il merito è tutto del gioco sapientemente tessuto dal portoghese Leonardo Jardim. Capace di mostrare calcio a viso aperto, con ripartenze fitte e freschezza atletica in ogni parte del campo. Se anche i monegaschi prendono gol, ne fanno sempre almeno uno in più dell’avversario: logica semplice ma pur sempre vincente, e non solo nel campionato transalpino.

A parte i “veterani” Glik e Joao Moutinho, la squadra del Principato vanta una generazione di Novanta che fa già paura e riempie di taccuini di decine di osservatori: dai “terzini non terzini” Almamy Touré e Benjamin Mendy (’96 e ’94), che giocano con l’inaudito spirito giovanile di due che diventeranno grandi; dagli “uomini dello schermo Fabinho (1993) e Tiemoué Bakayoko (1994), ottimi in mediana in fase di contenimento, fino ai ragazzi terribili dalla trequarti in su.

Da segnare assolutamente sono infatti altri nomi. Tipo quello di Thomas Lemar, classe ’95 e complessivamente migliore in campo dei monegaschi nel doppio confronto col Dortmund. Ragazzo in grado di spaccare la partita in qualsiasi momento e di contribuire con qualsiasi cosa: 12 gol e 13 assist ne fanno davvero un attaccante aggiunto per Jardim. O anche quello di Bernardo Silva, portoghese classe ’95, che ha numeri tecnici e maestria nel gioco che lo porteranno presto alla ribalta in tutt’Europa. Senza dimenticare Valère Germain: un 1990, quasi un “vecchietto” ma preziosissimo come non mai a partire dalla panchina e segnare, visti le 16 marcature messe già a segno quest’anno (l’ultima, quella del 3-1 col Dortmund di mercoledì).

Insomma, questo Monaco è da prendere con pinze, molle e guanti. Roba che scotta per chiunque. La Juventus faccia attenzione.

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