Una finale alla londinese: sarà Chelsea-Arsenal la super finale di FA Cup, dopo i successi dei Blues (4-2 al Tottenham) e dei Gunners (2-1 al City). L’analisi.
CHELSEA, ALTRA PROVA DI FORZA. Sia chiaro: a Wembley è andata in scena una partita meravigliosa, vinta dal Chelsea ultra-cinico di Antonio Conte. Una squadra costruita a sua immagine e somiglianza, che ha sbaragliato l’ultimo assalto (o quasi) possibile da parte del Tottenham, seconda forza del campionato e ultima avversaria accreditata per mettere i bastoni fra le ruote a Terry & co. Il tecnico italiano riporta il Chelsea in finale di FA Cup 5 anni dopo l’ultima volta, quando fu un altro italiano – Roberto Di Matteo – a giocare e vincere la finale contro il Liverpool.
Gli Spurs di Pochettino sono stati costretti a inchinarsi di nuovo davanti alla spietatezza in Blue, nonostante una gara giocata a viso aperto e con sprazzi di bel calcio. Alla doppietta di Willian il Tottenham ha infatti risposto con una reazione da grandissima squadra, impattandola per ben due volte con Kane e Alli.
Conte però ha dalla sua un asso nella manica che è davvero il mago di Oltremanica e che risponde al nome di Eden Hazard: con l’inserimento del trequartista vallone, nell’ultima mezz’ora il Chelsea è riuscito a colpire spietatamente gli Spurs nel loro momento migliore, col belga capace di regalare ai Blues il gol del 3-2 e l’assist per il 4-2 finale di Matic.
L’ex allenatore della Juve e c.t. della Nazionale s’è dunque apparecchiato un finale di stagione coi fiocchi: la possibilità del double Premier League-FA Cup al primo colpo s’avvicina. Con un dato che è dalla sua parte: il trend positivo degli allenatori italiani alla guida del Chelsea con la Coppa di Federazione: le ultime due finali, giocate e vinte dal Chelsea, vedevano in panchina un italiano, prima Ancelotti e poi Di Matteo.
WENGER RUGGISCE; PER GUARDIOLA PRIMA VOLTA DA ZERO TITULI. L’impensabile alla fine è accaduto: a spuntarla fra la squadra derelitta e la grande incompiuta del calcio inglese è stata l’Arsenal, capace di vincere, e in rimonta, contro la squadra di Guardiola, conquistando l’atto finale della FA Cup, il prossimo 27 maggio contro il Chelsea.
Difficilmente pronosticabile alla vigilia, specie guardando l’andamento del 2017 di entrambe le squadre: col Manchester City certo non brillantissimo ma pur sempre in zona Champions League e soprattutto con l’Arsenal precario e ferito, ormai fuori dalla lotta per le zone nobili e condannato al massimo all’Europa League.
I Gunners hanno però dimostrato di essere squadra dal feeling particolare con la FA Cup. Arsene Wenger, vecchia volpe del calcio inglese e vincitore di ben 6 edizioni della Coppa da allenatore dei Gunners, ha sbaragliato tutti i detrattori conquistando la finale, che gli consentirà di giocarsi la terza affermazione negli ultimi 4 anni. Con una vittoria l’Arsenal farebbe record, superando le 12 affermazioni che condivide attualmente con il Manchester United. Insomma, una squadra da sette vite e un allenatore dal carattere indomabile: contestato ovunque, anche da quei tifosi che a lungo l’hanno difeso, e che ha dimostrato a tutti che l’esperienza alla fine paga sempre.
L’alsaziano ringrazia lo spagnolo Nacho Monreal, autore del gol che ha pareggiato il vantaggio-Citizens del solito Aguero, e soprattutto la sua perla preferita, quell’Alexis Sanchez che all’Emirates è una sorta di autorità suprema. Suo il gol che al 101’ ha mandato di nuovo in orbita l’Arsenal e condannato il City all’ennesima stagione da anonimato.
Uno scotto che sarà pagato da tutti gli Sky Blues e soprattutto da Pep Guardiola, che per la prima concluderà una stagione da allenatore con zero tituli. Gli stessi divenuta proprietà privata del vocabolario di José Mourinho, suo grandissimo avversario: il catalano mestamente chiude a bocca asciutta un’annata strana e sfortunata. Questo City continua a essere la grande incompiuta del calcio inglese.