Quattro manichini con le maglie di De Rossi, Salah e Nainggolan sono stati appesi poco lontano dal Colosseo. Dietro l’episodio le minacce di ultrà laziali.
Un episodio gravissimo e inquietante, nella settimana successiva al derby che ha visto trionfare i biancocelesti per 1-3. Un episodio che, dal momento in cui sono circolate le prime notizie, ha avvolto tutta la Capitale in un’atmosfera di surreale costernazione.
Dell’episodio è stata data notizia intorno alle 23.30 quando all’emittente romana Rete Sport è arrivato il messaggio di un ascoltatore: «Hanno minacciato i giocatori della Roma con uno striscione al Colosseo. La gente sta facendo i video».
in un video si vede un gruppo di individui appendere lo striscione, prima di mezzanotte, tra l’indifferenza di persone, auto e curiosi con più di qualcuno che anzi si ferma e riprende la scena col telefonino.
Dopo circa quaranta minuti, intorno a mezzanotte e dieci, lo striscione e i quattro fantocci appesi come impiccati con addosso le maglie di Capitan Futuro e dei due giocatori-simbolo della Roma erano ancora lì in bella vista, senza che le forze dell’ordine fossero intervenute.
Dietro all’incredibile e agghiacciante esposizione ci sarebbero alcuni ultras biancocelesti: sul ponte luogo dell’intimidazione sono stati trovati degli adesivi degli “Irriducibili”, uno dei gruppi storici della Curva Nord; inoltre, in assenza di comunicati ufficiali, il web laziale ha in qualche in modo rivendicato la paternità dell’evento, viste le centinaia di condivisioni biancocelesti di foto e video con l’hashtag #lincubocontinua.
Già nei giorni scorsi l’atmosfera a Roma si era fatta pesante: qualche giorno fa il piazzale di Trigoria è stato trovato pieno di sagome di morti circondate da lumini. Definire tutto questo «una goliardia» è quanto meno vomitevole.
La location del macabro spettacolo non è stata scelta in modo casuale: il ponte vicino al Colosseo è lo stesso dove i tifosi della Roma si sono radunati all’epoca della protesta per le barriere in Curva Sud; lo scorso marzo gli ultras laziali avevano appeso sempre lì uno striscione pieno di insulti per i rivali.
Ora gli inquirenti stanno passando al setaccio sia le immagini delle telecamere a circuito chiuso che account e pagine dei social network di area biancoceleste. Nel frattempo le due società interessate tacciono, ma a Trigoria certo non si respira una bell’aria. La giornata surreale di una Capitale così violenta ha già rovinato tutto.