Giovanni Malagò viene riconfermato alla guida dello sport italiano per il prossimo quadriennio: con 67 voti su 75 (il resto diviso tra schede bianche e l’unico sfidante in lizza, Sergio Grifoni), il cinquantanovenne dirigente italiano mantiene la carica di Presidente del Coni fino al 2021.
Quasi un plebiscito, dunque, per l’uomo che nel 2013 si era presentato da outsider e invece aveva battuto contro ogni previsione il Presidente uscente Giovanni Petrucci. Stavolta nessuna sorpresa esce dalle urne. A completare la squadra sono Franco Chimenti e Alessandra Sensini nel ruolo di vice presidenti, Roberto Fabbricini segretario generale e Carlo Mornati vice.
Un unico rammarico nel corso degli anni già passati ai vertici dello sport azzurro: la mancata candidatura ai Giochi Olimpici 2024, ostacolata dal parere contrario del comune di Roma. Per il resto, si ritiene ben soddisfatto di ciò che è riuscito a portare avanti: la riforma della giustizia sportiva (snellimento dei tempi dei processi e stesse regole per tutte le federazioni affiliate), la lotta al doping, il cui modello italiano è ritenuto un esempio “da imitare”; la rinnovata fiducia col Governo, che ha permesso di ottenere cento milioni all’anno da destinare allo sport nelle periferie.
Sul piano prettamente sportivo, poi, la grande edizione delle Olimpiadi di Rio 2016, coronata con la conquista della top ten da parte di un movimento, quello italiano, che malgrado le evidenti carenze strutturali e di sistema, è riuscito a piazzarsi davanti a tante nazioni di vertice. Ora si guarda avanti, in particolare a Tokyo 2020: in Giappone bisognerà riconfermare quanto visto in Brasile e i segnali giunti finora sono piuttosto incoraggianti. Ma prima non bisogna dimenticare le Olimpiadi Invernali 2018 che si terranno a Pyeongchang, in Corea del Sud: lì l’obiettivo sarà di migliorare quel magrissimo bottino di Sochi 2014 (nessun oro messo in cascina).
Per quanto riguarda gli altri obiettivi, fa presente Malagò, è necessario prima di tutto riportare lo sport a scuola, dal momento che in questo settore siamo il fanalino di coda in Europa. “Serve coraggio, mettiamocelo”, dichiara a conclusione della sua elezione.