I due anticipi della 36ª di Serie A ha detto tanto, ma non ha chiuso niente per l’Europa: colpa della Lazio stoppata 3-2 a Firenze e l’1-1 nel derby lombardo.
FIORENTINA-LAZIO 3-2. Una partita da dr. Jekyll e mr. Hyde, con la Fiorentina a lungo abulica e contestata al solito dai suoi tifosi ma capace di rilanciarsi sulla strada per l’Europa contro una Lazio comunque da record.
LE CONTRADDIZIONI DELLA VIOLA. Il festival del gol andato in scena al Franchi di Firenze ha detto diverse cose: innanzitutto ha ridato slancio alle residue ambizioni europee di una Viola forse mai così incostante e contraddittoria come quest’anno. Una squadra, quella di Sousa, capace di passare dal trionfo di metà gennaio in casa contro la Juventus alla grottesca débâcle di Palermo; eppure pronta ora a giocarsi le ultime chances di Europa League, grazie anche all’andatura da lumache delle milanesi.
Il sussulto d’orgoglio dei viola toscani, coi gol in dieci minuti di Kalinic e Babacar e l’autogol di Lombardi, hanno di nuovo mostrato tutto il potenziale della rosa di Paulo Sousa. Spesso frenata dagli esperimenti tattici del tecnico lusitano, che ogni domenica ha rivoluzionato l’undici alla ricerca della perfezione tecnica ma non ha spesso e mal-volentieri il giusto premio. Con buona pace della classifica e della piazza fiorentina.
I RECORD DELLA LAZIO. ORA TESTA ALLA COPPA. Sulla Lazio c’è poco da dire: la sconfitta del Franchi è decisamente indolore, visto che da tempo ormai i biancocelesti hanno in tasca la qualificazione-ritorno in Europa League. Inoltre la squadra di Simone Inzaghi ha incassato il record di gol in campionato (sono 72, il precedente era di 71) e può ancora abbracciare altri tre primati, quelli relativi a punti, vittorie esterne e complessive.
Ora la Lazio può tutta volgersi alla preparazione della Sfida che vale una stagione: la finale di Coppa Italia del prossimo mercoledì a Roma contro la Juventus. Peccato che forse non ci sarà Marco Parolo, frenato ieri da una contusione che potrebbe seriamente metterlo k.o.