Nairo Quintana autoritario, Vincenzo Nibali sofferente, Tom Dumoulin astuto e calcolatore, Geraint Thomas sfortunato e furioso: tanti gli spunti che offre la nona tappa del Giro 100, quella conclusa sul traguardo del Blockhaus. Si attendevano risposte dai big dopo che l’Etna non aveva fornito alcuna indicazione, e queste risposte sono prontamente arrivate.
La prima arriva quando la salita finale non è ancora imboccata. Manca poco alla terribile scalata alla vetta della Maiella, quando una moto della polizia è ferma a bordo strada. Wilco Kelderman della Sunweb la tocca, finisce a terra e per effetto domino catapulta sull’asfalto altri corridori, tra cui Geraint Thomas e Mikel Landa del Team Sky e Adam Yates della Orica-Scott. Thomas sembra il più dolorante, ma riparte, mentre Landa è il primo a rimettersi in sella, ma l’ultimo ad arrivare (a quasi mezz’ora). Un errore imperdonabile per l’organizzazione, come sottolinea giustamente a fine tappa il gallese parlando di episodio “ridicolo” in un grande giro. Episodio che pone fine alle sue ambizioni di classifica: troppi i cinque minuti accusati in cima da lui e dal connazionale Yates. Un vero peccato che due contendenti debbano finire fuori gioco in questo modo.
Cominciano le dure pendenze e c’è un solo protagonista: Nairo Quintana, che dopo aver messo alle corde la squadra per tutto il giorno scatta una, due, tre e quattro volte. Inizialmente gli restano a ruota i soli Vincenzo Nibali e Thibaut Pinot, ma al quinto tentativo il colombiano va ed arriva sul traguardo, mettendo un primo mattone verso il suo secondo Giro d’Italia. Avendo nel mirino la doppietta Giro-Tour, si pensava potesse soffrire nella prima settimana: oggi ha prontamente smentito queste considerazioni.
Lo Squalo risponde in progressione alle prime accelerate del suo avversario, poi procede del suo passo e si stacca. Davanti gli rimane un pimpante e pericoloso Pinot, nonché gli olandesi Bauke Mollema (Trek-Segafredo) e soprattutto Tom Dumoulin. Cliente temibilissimo, quest’ultimo, in grado di fare una vera cronoscalata, chiudendo a soli 24″ dal vincitore su quella che è considerata da molti come la salita più ardua dell’intera corsa. Con le due lunghe cronometro a disposizione, occhio a lui! Quanto a Nibali, si immaginava potesse soffrire un po’ e tutto sommato un minuto non è un distacco insormontabile: ma davanti a lui ci sono ossi duri.
La prima tappa impegnativa miete le prime vittime: sono l’altro olandese Steven Kruijswijk, l’americano Tejay Van Garderen e il russo Ilnur Zakarin della Katusha-Alpecin. Si stacca subito Davide Formolo, ma Roccia è lucido a non andare in crisi e chiude del suo ritmo a 2.45″, conquistando comunque la maglia bianca di miglior giovane. A proposito di italiani, bene Domenico Pozzovivo (Ag2R La Mondiale), giunto poco dietro Nibali e quindi lì tra i migliori.
Non ha retto, come nelle previsioni, Bob Jungels (Quick StepFloors): l’ex leader il suo Giro l’ha già fatto restando in testa per una settimana, ora proverà ad aggiudicarsi una tappa.
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