Il Giro d’Albania 2017 è terra di conquiste per l’Italia. La breve corsa a tappe disputata nel territorio del piccolo Stato della penisola balcanica si conclude con un netto dominio dei corridori azzurri: quattro tappe su cinque vinte dai nostri connazionali e la classifica generale vinta da Francesco Manuel Bongiorno.
È proprio quest’ultima la più bella notizia che ci giunge: a tre anni di distanza dall’ultima vittoria (una tappa al Giro di Slovenia) e dopo uno sfortunato periodo che l’ha portato ad abbandonare la Bardiani-Csf, squadra con la quale era passato professionista, lo scalatore calabro torna ad alzare le braccia al cielo. Merito del suo team, la Sangemini-MGKVis-Olmo, che ha saputo rigenerarlo psicologicamente attribuendogli il ruolo di leader.
Sua la tappa regina del Tour of Albania, quella conclusa sul traguardo di Sarande, sua la classifica generale. “Era da troppo tempo che non provavo queste emozioni“, le prime parole di Bongiorno dopo aver suggellato il successo. Parlando di “momento molto felice” e ringraziando l’intera compagine – dai compagni allo staff – per il prezioso supporto, si dice orgoglioso di poter condividere con loro questo “bellissimo trionfo”.
E la Sangemini è la vera trionfatrice della corsa, dal momento che porta a casa anche la seconda tappa con Paolo Totò, primo ad Elbasan, e domina la graduatoria finale con Michele Gazzara in terza posizione e Davide Orrico, già in mostra al Tour of the Alps, in quarta piazza.
A completare il podio tricolore c’è un membro di un’altra formazione italiana, pur affiliata all’estero: ci riferiamo a Pierpaolo Ficara, primo nella frazione inaugurale a Korce, e della Amore&Vita-Selle SMP. E dulcis in fundo, festeggia anche la GM Europa Ovini, che con Davide Pacchiardo conquista l’ultimo traguardo, quello di Fier. Unica giornata che non vede esultare atleti italiani è la terza, in cui a gioire è il corridore di casa Giuliano Kamberaj.
Gli italiani fanno fatica ad imporsi nelle corse di prim’ordine, ma almeno dimostrano di saperci fare in quelle meno blasonate e lontane dai riflettori.