Zinedine Zidane è forse l’uomo copertina: in campo ex della Juventus e del Real, ora sulla panchina merengue. La sua Juventus-Real Madrid sarà speciale.
È stato un’icona di entrambe le finaliste di quest’edizione della Champions League, eppure ora Zinedine Zidane siede sulla panchina del Real ed è a un passo dalla storia: con 11 Coppe dei Campioni messe in bacheca il Madrid può vincere, per la prima volta nella storia della competizione, la seconda Champions League consecutiva, impresa mai riuscita a nessun altro.
A pochi giorni dalla sfida di Cardiff il tecnico francese mantiene i piedi per terra. i suoi dubbi riguardano la formazione, e in modo particolare il ballottaggio Bale-Isco per l’attacco, con l’ala gallese che ha una voglia matta di giocare nel ‘suo’ Millennium Stadium davanti ai connazionali ma che rischia di dover saltare tutto per l’infortunio non ancora del tutto smaltito.
Zidane non si scompone, anzi con sorriso mascherante devia su altri elementi: «L’importante è che stiano tutti bene, compreso Gareth. Che ha una gran voglia di giocare, e non potrebbe essere altrimenti. No, non ho deciso ma so quello che devo fare. Il problema per me è un altro: mandare in tribuna 4-5 ragazzi che hanno dato tutto per l’intera stagione. Questo è ciò che mi fa star male».
Sulle possibilità di vincita tiene tutto in equilibrio: «La finale è al 50%: non sono d’accordo con chi dice che noi attacchiamo meglio di loro e loro difendono meglio di noi. Juve e Madrid sono due grandi squadre, le migliori di questa Champions. Sono arrivate in finale perché l’hanno meritato e hanno vinto Liga e Serie A. Sarà una partita interessante».
Il passato bianconero è comunque ingombrante, e non manca un ricordo della finale del 1998 Juventus-Real Madrid persa proprio contro i madridisti: «Arrivai qui senza aver vinto una Champions e ho potuto farlo qui. Con gli anni questo è diventato il club della mia vita. Gli sarà sempre legato e ho fatto miei i valori di questa società che è arrivata a 155 anni. Quali? Il primo è l’impegno, il dare tutto, sempre. Valori ben rappresentati dal nostro capitano Sergio Ramos, una persona nobile».
Della Juventus teme in modo particolare Dybala, ma non solo: «ci sono anche Higuain e Alves. Si parla sempre di questi ma è come da noi: vengono nominati sempre gli stessi ma dietro c’è una grande squadra».
Venerdì c’è la conferenza stampa della vigilia: lì Zidane dovrà svelare la veste del suo Real per la sfida di sabato. Che vale la storia.