La sospensione tanto temuta è arrivata: l’Unione Ciclistica Internazionale ha imposto una squalifica di 30 giorni alla Bardiani-Csf in seguito alla doppia positività di due suoi atleti alla vigilia del Giro d’Italia.
Ripercorriamo brevemente la vicenda. Si era appena conclusa la presentazione delle squadre partecipanti al Giro 100 e ad Alghero arrivava la doccia fredda: due corridori italiani positivi in un controllo a sorpresa fuori competizione. Si trattava di Stefano Pirazzi e Nicola Ruffoni, entrambi in forza al #greenteam, beccati sul finire del mese di aprile con valori anomali all’ormone della crescita GH-Releasing Peptides (GHRPs).
La Corsa Rosa partì ad handicap per la formazione Professional italiana, che nelle annate precedenti si era sempre distinta in positivo, ma che stavolta doveva fare i conti con una zavorra non indifferente. Confermate la positività dalle controanalisi, si attendeva la risposta dell’Uci sulla durata della sospensione, obbligatoria secondo il regolamento.
Ebbene, si tratta di un mese di stop dal 14 giugno al 14 luglio. Ciò significa che la compagine guidata dai Reverberi dovrà rinunciare al Giro di Slovenia, a cui era inizialmente invitata, e al Giro d’Austria, in cui l’anno scorso aveva portato a casa tre tappe. Ritornerà in gara al Trofeo Matteotti, nuova prova della Ciclismo Cup in programma il 16 luglio.
Sono salvi i campionati italiani perché, come precisa il Presidente della Federciclismo italiana Renato Di Rocco, la partecipazione alla prova tricolore è individuale, pertanto i singoli atleti potranno gareggiare per conquistare la maglia di campione nazionale. Stesso discorso per eventuali stage organizzati dalla nazionale.
Nel comunicato ufficiale emesso dalla Bardiani-Csf si precisa la non intenzione di procedere con il ricorso al Tas, ma si manifesta al tempo stesso la propria insoddisfazione per una pena che “punisce oltremisura coloro che non hanno responsabilità, come la squadra e gli altri atleti, davanti ad azioni scellerate prese da individui sciagurati e dissennati”.
Il team si impegna, infine, a rafforzare il proprio progetto sportivo e salvaguardarlo da coloro che non promuovono i valori etici e sportivi diffusi dalla squadra.