Germania trionfo Confederations Cup 2017. spiegel.de

Europeo Under 21 & Confederations Cup: quella Germania che piglia tutto e anche di più

In 72 ore la Germania s’è portata a casa sia gli Europei Under 21 che la Confederations Cup (con una squadra giovanissima): la Mannschaft domina tutto.

C’è un dato che balza, quasi sotto silenzio in verità, agli occhi degli intenditori: la Germania che continua a mietere vittoria nei tornei internazionali sta mutando pelle, dando però l’idea di essere un meccanismo perfetto, con cellule tessuti e organi che funzionano a meraviglia in ogni parte del campo e in ogni settore giovanile.

Da rimarcare c’è innanzitutto lo straordinario Europeo Under 21 della Germania targata Kuntz: irretita e rimasta a secco solo contro l’Italia nella gara finale del girone, per una sconfitta che le è valsa il secondo posto, la nazionale tedesca ha confermato di avere a disposizione un bacino di talento straordinario, che unito alla programmazione e alla proliferazione dei settori giovanili sta dando i suoi frutti eccezionali.

In Polonia si sono messi in luce i vari Pollersbeck, Gerhardt, Selke, Gnabry e Weiser, solo per fare i nomi principali: con loro e altri l’Under tedesca imbottita non di seconde linee ma di terze ha messo in fila l’Inghilterra e soprattutto ha distrutto la stra-favoritissima Spagna, prendendosi uno scettro Europeo che le mancava dal 2009.

Kuntz ha dovuto fare di necessità virtù, visto che il grosso della rosa dell’Under 21 è stato prestato alla Mannschaft maggiore di Joachim Löw, che in Russia per la Confederations Cup s’è portato tanti giovincelli lasciando a casa almeno otto 11mi della squadra che un anno fa a Bordeaux batté l’Italia ai rigori.

Ma la Germani funziona come la proprietà commutativa dell’addizione: cambiando gli addendi, il risultato non cambia. Pur senza i vari Neuer, Boateng, Hummels, Höwedes, anche senza Kroos e Khedira e Muller, Ozil e Gomez, la Germania è sempre lì, avanti a tutti gli altri, avanti al mondo intero.

I nomi sui taccuini degli appassionati sono innumerevoli: da Ginter a Henrichs, da Kimmich a Brandt, da Emre Can a Goretzka a Werner, in Russia la Germania ha messo in mostra i suoi gioiellini, andando a segno in tutte e cinque le partite e centrando l’ultimo trofeo internazionale che mancava in bacheca.

Tanto successo arriva da molto lontano, con la programmazione prima durante e dopo Germania 2008 e la valorizzazione dei vivai: una cosa che, diversamente, in Italia si fa poco e con solo qualche sparuta eccezione. La Bundesliga da anni è un campionato in forte ascesa, e lì i campioncini sono già in vetrina da tempo. I successi tedeschi, come al solito, non nascono a caso.

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